Il metabolismo e il ruolo nella gestione del peso

Ti sei mai chiesto cos’è il metabolismo e come funziona? Forse hai sentito parlare di diete che promettono di accelerarlo o di alimenti che lo rallentano. Ma sai davvero di cosa si tratta?

In questo articolo ti spiego in modo semplice cos’è il metabolismo, quali sono i suoi ruoli nel nostro corpo e come possiamo influenzarlo con le nostre scelte.

Cos’è il metabolismo?

Il metabolismo è l’insieme delle reazioni chimiche che avvengono nelle nostre cellule per trasformare il cibo che mangiamo in energia e in altre sostanze utili al nostro organismo.

Il metabolismo si divide in due fasi principali: il catabolismo e l’anabolismo.

Il catabolismo è la fase in cui le molecole complesse del cibo vengono scomposte in molecole più semplici, come glucosio, amminoacidi e acidi grassi. Queste molecole vengono poi utilizzate per produrre energia o per essere immagazzinate come riserve.

L’anabolismo è la fase in cui le molecole semplici vengono ricombinate per formare molecole più complesse, come proteine, lipidi e acidi nucleici. Queste molecole sono necessarie per la crescita, la riparazione e il mantenimento delle nostre cellule e dei nostri tessuti.

Quindi, il metabolismo è un processo dinamico e continuo che ci permette di vivere, crescere e adattarci all’ambiente.

Quali sono i fattori che influenzano il metabolismo?

Il metabolismo non è uguale per tutti. Esistono diversi fattori che lo influenzano e che determinano il nostro fabbisogno energetico giornaliero.

I principali fattori sono:

  • L’età: il metabolismo tende a diminuire con l’avanzare dell’età, a causa della perdita di massa muscolare e della riduzione dell’attività fisica.
  • Il sesso: gli uomini hanno in genere un metabolismo più elevato delle donne, perché hanno una maggiore percentuale di massa muscolare e un minor contenuto di grasso corporeo.
  • La composizione corporea: la massa muscolare è il tessuto più attivo metabolicamente, quindi più ne abbiamo e più il nostro metabolismo è alto. Il grasso corporeo, invece, ha un basso dispendio energetico.
  • L’attività fisica: fare esercizio fisico aumenta il nostro consumo di energia sia durante che dopo l’allenamento, grazie all’effetto termico dell’esercizio e all’aumento della massa muscolare.
  • L’alimentazione: anche mangiare richiede energia, perché il nostro corpo deve digerire, assorbire e utilizzare i nutrienti. Questo effetto si chiama termogenesi indotta dalla dieta ed è maggiore per i cibi ricchi di proteine e fibre.
  • Gli ormoni: alcuni ormoni, come la tiroxina e l’adrenalina, stimolano il metabolismo, mentre altri, come l’insulina e il cortisolo, lo rallentano.
  • La temperatura ambientale: quando fa freddo o caldo, il nostro corpo deve regolare la sua temperatura interna, aumentando o diminuendo il suo dispendio energetico.

Come possiamo migliorare il nostro metabolismo?

Come abbiamo visto, il nostro metabolismo dipende da molti fattori, alcuni dei quali non possiamo controllare. Tuttavia, ci sono alcune abitudini che possiamo adottare per migliorarlo e ottimizzare la nostra salute.

Ecco alcuni consigli:

  • Mantenere una dieta equilibrata ed evitare le restrizioni caloriche troppo severe, che possono rallentare il metabolismo e favorire l’accumulo di grasso.
  • Consumare alimenti ricchi di proteine e fibre, che aumentano la termogenesi indotta dalla dieta e favoriscono la sazietà.
  • Fare colazione ogni giorno, per attivare il metabolismo dopo il digiuno notturno e fornire energia al nostro corpo.
  • Distribuire i pasti in modo regolare durante la giornata, per evitare gli sbalzi di glicemia e di insulina e mantenere il metabolismo costante.
  • Fare attività fisica regolare, alternando esercizi aerobici, che bruciano calorie, ad esercizi di forza, che aumentano la massa muscolare.
  • Dormire bene e gestire lo stress, per evitare le alterazioni ormonali che possono influire negativamente sul metabolismo.

Spero che questo articolo ti sia stato utile e ti abbia chiarito cos’è il metabolismo e come funziona.

Foto: Andrea Piacquadio

L’abbandono degli animali domestici: un fenomeno inaccettabile e doloroso

Ogni anno, migliaia di cani vengono abbandonati dai loro padroni, soprattutto nel periodo estivo, quando molti partono per le vacanze e non sanno come gestire i loro amici a quattro zampe. Questo è un fenomeno grave e inaccettabile, che causa sofferenza agli animali e problemi alla società. In questo articolo, cercheremo di analizzare le cause e le conseguenze dell’abbandono del proprio cane, e di proporre alcune soluzioni per contrastarlo.

Le cause dell’abbandono dei cani sono molteplici e spesso legate a una mancanza di responsabilità e di sensibilità da parte dei proprietari. Alcuni acquistano o adottano un animale senza essere consapevoli delle cure e delle attenzioni che richiede, e poi si trovano in difficoltà quando devono affrontare le spese veterinarie, il cibo, la toelettatura, l’educazione e la socializzazione dell’animale. Altri invece considerano l’animale come un oggetto o un giocattolo, che può essere scartato quando non serve più o quando diventa scomodo. Infine, ci sono quelli che non riescono a trovare una sistemazione adeguata per il loro animale quando partono per le vacanze, e preferiscono abbandonarlo lungo la strada o in un rifugio, sperando che qualcuno se ne occupi.

Le conseguenze dell’abbandono degli animali domestici sono drammatiche sia per gli animali stessi che per la collettività. Gli animali abbandonati infatti soffrono di stress, paura, fame, sete, malattie e rischiano di morire investiti dalle auto o aggrediti da altri animali. Inoltre, contribuiscono ad aumentare il randagismo, che comporta problemi di sicurezza, di igiene e di salute pubblica. Secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, nel 2020 sono stati censiti circa 700 mila cani randagi in Italia, di cui il 60% derivanti da abbandoni. Questi cani possono causare incidenti stradali, morsi, danni alle colture e agli allevamenti, e trasmettere malattie come la rabbia, la leishmaniosi e la leptospirosi.

Per combattere l’abbandono degli animali domestici è necessario innanzitutto sensibilizzare la popolazione sul rispetto e sull’amore verso gli animali, che sono esseri viventi dotati di sentimenti e di diritti. A tal fine, si possono organizzare campagne informative ed educative nelle scuole, nei media e nei luoghi pubblici, per diffondere una cultura della responsabilità e della solidarietà verso gli animali. Inoltre, è importante promuovere l’adozione responsabile degli animali, preferendo quelli provenienti dai rifugi o dalle associazioni di volontariato a quelli acquistati nei negozi o online. L’adozione responsabile implica anche la sterilizzazione degli animali, per evitare la nascita di cuccioli indesiderati che potrebbero finire in strada. Infine, è fondamentale applicare e rafforzare le norme che sanzionano l’abbandono degli animali domestici, che è un reato penale punito con una multa da 1.000 a 10.000 euro e con l’interdizione dalla detenzione di animali per uno a tre anni.

Foto: Hong Son