Cos’è l’ameba mangia cervello?

L’ameba mangia cervello o naegleria fowleri, è un organismo unicellulare che vive nel suolo e nelle acque dolci calde, come laghi, fiumi e sorgenti termali, si tratta di un parassita che può causare una grave e spesso letale infezione del cervello, chiamata meningoencefalite amebica primaria (MAP).

La MAP si verifica quando l’ameba entra nel naso di una persona che nuota o si immerge in acque contaminate, da lì, l’ameba raggiunge il cervello attraverso il nervo olfattivo e inizia a distruggere il tessuto cerebrale, provocando infiammazione, edema e necrosi. I sintomi della MAP sono simili a quelli della meningite batterica e comprendono:

– Alterazioni dell’odorato o del gusto
– Mal di testa
– Febbre
– Rigidità del collo
– Nausea e vomito
– Confusione
– Convulsioni
– Coma

La MAP è una malattia rara ma molto pericolosa. Negli Stati Uniti, dove si sono verificati la maggior parte dei casi, si stima che solo 3 persone su 100 milioni si infettino ogni anno. Tuttavia, la mortalità è altissima: circa il 97% dei pazienti muore entro una settimana dall’esordio dei sintomi.

La diagnosi della MAP è difficile e richiede l’esame del liquido cerebrospinale (LCS), ottenuto tramite una puntura lombare, o del tessuto cerebrale, ottenuto tramite una biopsia. In alcuni casi, è possibile rilevare l’ameba nel sangue o nelle secrezioni nasali.

Il trattamento della MAP è complesso e non esiste una terapia standardizzata. In genere, si usano una combinazione di farmaci antiparassitari, antinfiammatori e antibiotici. Tra i farmaci più efficaci c’è la miltefosina, un agente antileishmaniosi che ha dimostrato di poter eliminare l’ameba in vitro e in vivo. Tuttavia, la miltefosina non è facilmente reperibile e deve essere somministrata il prima possibile per aumentare le possibilità di sopravvivenza.

La prevenzione della MAP si basa sull’evitare il contatto con acque dolci calde e poco clorate che potrebbero ospitare l’ameba. In particolare, si raccomanda di:

– Non nuotare o tuffarsi in acque dolci calde durante i mesi estivi
– Usare tappi per il naso o tenere il naso chiuso quando si entra in acqua
– Non usare acqua di rubinetto o non trattata per lavare il naso o fare irrigazioni nasali
– Non bere acqua di fonti naturali non sicure
– Pulire e disinfettare regolarmente le piscine e i luoghi ricreativi con acqua

L’ameba mangia cervello è un nemico silenzioso e letale che può colpire chiunque si esponga a rischio. Per questo, è importante conoscere i suoi sintomi, le sue modalità di trasmissione e le misure preventive da adottare per proteggere la propria salute e quella degli altri.

Foto: Anna Shvets

Luglio e agosto: le radici storiche dei mesi con 31 giorni

Se vi siete mai chiesti perché i mesi dell’anno hanno una durata diversa, e in particolare perché luglio e agosto hanno entrambi 31 giorni, la risposta non è di natura astronomica, ma storica e religiosa. Infatti, la divisione dei mesi in 30 o 31 giorni non dipende dal ciclo lunare o dal moto della Terra attorno al Sole, ma dalle decisioni prese da alcuni imperatori romani e dai loro successori.

Il calendario che usiamo oggi è il calendario gregoriano, introdotto nel 1582 da papa Gregorio XIII per correggere alcuni errori del precedente calendario giuliano, ideato da Giulio Cesare nel 46 a.C. con l’aiuto dell’astronomo egizio Sosigene di Alessandria. Il calendario giuliano era basato sul ciclo solare, cioè sul tempo che la Terra impiega per compiere un giro attorno al Sole, che è di circa 365 giorni e 6 ore. Per arrotondare questo numero, si stabilì che ogni quattro anni ci sarebbe stato un anno bisestile con un giorno in più, il 29 febbraio.

Tuttavia, il calendario giuliano non era ancora perfetto, perché il ciclo solare non è esattamente di 365 giorni e 6 ore, ma di circa 11 minuti in meno. Questo significa che ogni anno il calendario si sfasava di circa un quarto di giorno rispetto al moto reale della Terra. Nel corso dei secoli, questa differenza si accumulò fino a creare uno scarto di circa 10 giorni tra il calendario e le stagioni. Per questo motivo, papa Gregorio XIII decise di riformare il calendario introducendo una nuova regola: gli anni secolari (cioè quelli divisibili per 100) sarebbero stati bisestili solo se divisibili anche per 400. In questo modo, si eliminavano tre giorni bisestili ogni quattro secoli, riducendo lo scarto tra il calendario e il ciclo solare.

Ma torniamo ai mesi di luglio e agosto. Perché hanno entrambi 31 giorni? La spiegazione risale all’epoca romana, quando i mesi avevano nomi diversi da quelli attuali e non erano tutti uguali. Il primo mese dell’anno era marzo, dedicato al dio della guerra Marte, e aveva 31 giorni. Seguivano aprile (29 giorni), maggio (31 giorni), giugno (29 giorni), quintile (31 giorni), sestile (29 giorni), settembre (29 giorni), ottobre (31 giorni), novembre (29 giorni) e dicembre (29 giorni). I mesi erano quindi dieci e l’anno durava solo 304 giorni. I restanti 61 giorni invernali non erano considerati parte dell’anno.

Nel 713 a.C., il re Numa Pompilio aggiunse due mesi all’inizio dell’anno: gennaio (29 giorni) e febbraio (28 giorni). In questo modo, l’anno divenne di 355 giorni e i mesi erano dodici. Tuttavia, per mantenere l’allineamento con le stagioni, ogni due anni si aggiungeva un mese intercalare di 22 o 23 giorni dopo febbraio. Questo sistema era molto complicato e soggetto a errori.

Nel 46 a.C., Giulio Cesare riformò il calendario introducendo il ciclo solare e abolendo il mese intercalare. Per farlo, dovette allungare alcuni mesi per raggiungere i 365 giorni necessari. In particolare, il mese di quintile fu portato a 31 giorni e rinominato luglio in suo onore. Anche febbraio fu portato a 29 giorni negli anni normali e a 30 negli anni bisestili.

Nel 8 a.C., l’imperatore Augusto riformò nuovamente il calendario per correggere alcuni errori nella distribuzione degli anni bisestili. Inoltre, decise di cambiare il nome del mese di sestile in agosto, in sua memoria. Tuttavia, si dice che fosse infastidito dal fatto che il mese di Cesare avesse più giorni del suo, e quindi decise di portare agosto a 31 giorni, togliendo un giorno a febbraio, che tornò a 28 giorni negli anni normali e a 29 negli anni bisestili. Per evitare che ci fossero tre mesi consecutivi da 31 giorni, Augusto spostò anche un giorno da settembre e novembre a ottobre e dicembre, creando la sequenza alternata di 30 e 31 giorni che conosciamo oggi.

Questo è il motivo per cui luglio e agosto hanno entrambi 31 giorni: per onorare due grandi imperatori romani che hanno lasciato il loro segno nella storia e nel calendario.

Foto: Pavel Danilyuk

Perché in estate fa caldo?

Perchè in estate fa caldo? Potrebbe sembrare una domanda banale, ma in realtà nasconde dei fenomeni interessanti che riguardano il nostro pianeta e il suo rapporto con il Sole.

Innanzitutto, bisogna sapere che la Terra non è sempre alla stessa distanza dal Sole durante il suo moto di rivoluzione intorno a esso. La Terra, infatti, ha un’orbita ellittica, cioè leggermente schiacciata ai poli e allungata all’equatore. Questo significa che in alcuni momenti dell’anno la Terra si avvicina di più al Sole, mentre in altri se ne allontana. Questa variazione di distanza si chiama anomalia orbitale e ha un effetto sul clima, ma non è il fattore principale che determina le stagioni.

Il fattore principale è invece l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita. L’asse terrestre è una linea immaginaria che passa per i poli e che indica la direzione verso cui la Terra ruota su se stessa. Questo asse non è perpendicolare al piano dell’orbita, ma forma con esso un angolo di circa 23,5 gradi. Questo angolo si chiama obliquità ed è responsabile delle stagioni.

Per capire come funziona, immaginate di osservare la Terra dallo spazio mentre compie il suo giro intorno al Sole. Vedrete che in alcuni momenti dell’anno l’emisfero nord è inclinato verso il Sole, mentre in altri è l’emisfero sud. Questo significa che in estate l’emisfero che riceve più luce e calore dal Sole è quello inclinato verso di esso, mentre in inverno è quello opposto. Inoltre, l’inclinazione dell’asse terrestre fa sì che i raggi solari colpiscano la superficie terrestre con angoli diversi a seconda della latitudine. Più si va verso i poli, più i raggi solari sono obliqui e meno intensi. Più si va verso l’equatore, più i raggi solari sono perpendicolari e più forti.

Quindi, per rispondere alla domanda iniziale, in estate fa caldo perché l’emisfero in cui ci troviamo è inclinato verso il Sole e riceve più luce e calore da esso. Inoltre, a seconda della nostra posizione geografica, i raggi solari possono essere più o meno intensi. Ovviamente, ci sono anche altri fattori che influenzano il clima, come le correnti marine e aeree, la presenza di montagne o deserti, l’effetto serra e così via. Ma questi sono argomenti per un altro articolo. Spero di avervi chiarito un po’ le idee e vi invito a continuare a seguirmi sul mio blog. Ciao ciao!

Foto: Andrea Piacquadio

Perchè i gatti odiano l’acqua?

I gatti sono animali affascinanti e misteriosi, che spesso suscitano curiosità e domande tra gli appassionati e i proprietari. Una di queste domande riguarda il loro rapporto con l’acqua: perché ai gatti non piace l’acqua? È davvero così o si tratta di un mito?

In questo articolo cercherò di rispondere a questa domanda, analizzando le possibili cause e le eccezioni di questo comportamento felino.

Perché ai gatti non piace l’acqua?

Non esiste una risposta univoca a questa domanda, ma piuttosto una serie di fattori che possono influenzare la reazione dei gatti all’acqua. Vediamoli insieme:

  • L’origine: molti gatti domestici discendono da specie che vivevano in ambienti aridi o desertici, dove l’acqua era scarsa e pericolosa. Questo ha fatto sì che i loro antenati sviluppassero una naturale diffidenza verso l’acqua, che si è tramandata fino ai nostri giorni.
  • L’istinto: i gatti sono predatori e hanno bisogno di essere sempre pronti a cacciare o a difendersi. L’acqua bagna il loro pelo, rendendoli più pesanti e meno agili, e anche più vulnerabili agli attacchi dei nemici. Inoltre, l’acqua altera il loro odore, che è fondamentale per il loro riconoscimento e la loro comunicazione.
  • La temperatura: i gatti sono animali termofili, ovvero amano il calore e non sopportano il freddo. L’acqua, soprattutto se fredda, abbassa la loro temperatura corporea e li fa sentire a disagio. Per questo motivo, i gatti preferiscono bere acqua tiepida o a temperatura ambiente.
  • La sensibilità: i gatti hanno un udito molto sviluppato e sono sensibili ai rumori forti e improvvisi. L’acqua che scorre dal rubinetto o dalla doccia può essere percepita come una minaccia o una fonte di stress. Inoltre, i gatti hanno dei recettori tattili molto sensibili sulle zampette, che li aiutano a percepire le vibrazioni del terreno. L’acqua li priva di questa informazione e li fa sentire insicuri.

Ci sono eccezioni?

Non tutti i gatti odiano l’acqua allo stesso modo. Alcuni possono tollerarla meglio di altri, a seconda della loro personalità, delle loro esperienze e della loro razza.

Ad esempio, ci sono alcune razze di gatti che amano l’acqua e che sono abituate a nuotare o a giocare con essa. Tra queste ci sono il Maine Coon, il Norvegese delle Foreste, il Bengala, il Turkish Van e il Savannah.

Anche i gatti che vivono in ambienti umidi o vicino all’acqua possono sviluppare una maggiore affinità con essa, come i gatti delle isole o dei porti.

Inoltre, alcuni gatti possono essere abituati fin da piccoli a entrare in contatto con l’acqua, ad esempio per motivi igienici o terapeutici. In questo caso, è importante che l’esperienza sia positiva e graduale, senza forzare o stressare il gatto.

Come fare se il nostro gatto non ama l’acqua?

Se il nostro gatto non ama l’acqua, dobbiamo rispettare la sua natura e le sue preferenze, senza costringerlo o punirlo. Ci sono alcuni accorgimenti che possiamo adottare per rendere la sua vita più facile e piacevole:

  • Fornire sempre acqua fresca e pulita in diverse ciotole sparse per la casa, possibilmente in luoghi tranquilli e lontani dal cibo.
  • Stimolare il suo interesse per l’acqua con fontanelle o giochi interattivi che ne spruzzino delle gocce.
  • Evitare di bagnare il gatto se non è strettamente necessario, ad esempio per motivi di salute o di pulizia. In questo caso, usare acqua tiepida, un getto delicato e una spugna morbida, e asciugare bene il gatto con un asciugamano o un phon a bassa temperatura.
  • Premiare il gatto con coccole e leccornie dopo averlo bagnato, per creare un’associazione positiva.

Spero che questo articolo ti sia stato utile e interessante. Grazie per aver letto il mio articolo.

Sfidare le incertezze: come valutare il potenziale di successo della tua idea imprenditoriale

Quando ci troviamo di fronte a un’idea nuova e promettente, spesso ci chiediamo se ha davvero il potenziale per diventare un successo. Questa domanda, intrisa di incertezza, implica la necessità di valutare attentamente diversi aspetti chiave per comprendere se l’idea che ci appassiona può decollare e raggiungere il successo che desideriamo. In questo articolo, esploreremo i fattori fondamentali da considerare nel valutare il potenziale di successo di un’idea, affrontando le sfide che questa valutazione comporta.

Rilevanza del problema:

La prima domanda che dovremmo porci è se l’idea risolve un problema reale. È importante valutare se il prodotto o servizio che intendiamo offrire soddisfa un bisogno esistente o risolve una sfida specifica per un determinato gruppo di persone. Maggiore è l’entità del problema che affrontiamo, maggiori saranno le opportunità di successo per l’idea stessa.

Analisi di mercato:

Un passo fondamentale per valutare il potenziale di successo di un’idea è condurre un’analisi di mercato approfondita. Dobbiamo studiare i nostri potenziali concorrenti, identificare le loro lacune e valutare se l’idea che stiamo sviluppando offre un vantaggio unico. L’analisi del segmento di mercato che intendiamo raggiungere, l’identificazione delle tendenze attuali e delle opportunità di crescita, ci aiuterà a comprendere se il nostro prodotto o servizio ha un ruolo rilevante nel mercato e se può distinguersi in modo significativo dagli altri.

Identificazione del pubblico di riferimento:

Un altro fattore cruciale nel valutare il potenziale di successo di un’idea è l’identificazione del nostro pubblico di riferimento. Chi sono i potenziali clienti del nostro prodotto o servizio? Comprendere le loro esigenze, desideri e comportamenti ci permetterà di adattare l’idea in modo più efficace. È importante condurre ricerche di mercato, interviste e sondaggi per ottenere informazioni preziose direttamente dal pubblico di riferimento e adattare l’idea di conseguenza.

Test e prototipazione:

Un metodo efficace per valutare il potenziale di successo di un’idea è testarla e prototiparla. Dobbiamo creare un prototipo funzionante o un’anteprima del nostro prodotto o servizio e testarlo con un gruppo di utenti o potenziali clienti. Raccogliere feedback, osservare le loro reazioni e valutare se l’idea suscita interesse, soddisfa le aspettative e risolve il problema in modo efficace. Questo processo iterativo ci aiuterà a perfezionare l’idea in base al feedback ricevuto e a ridurre i rischi futuri.

Scalabilità e fattibilità:

La scalabilità e la fattibilità sono due aspetti fondamentali da considerare nel valutare il potenziale di successo di un’idea. Dobbiamo chiederci se l’idea può crescere e adattarsi alle esigenze del mercato nel tempo. Valutare se possiamo soddisfare la domanda futura e se abbiamo le risorse e le competenze necessarie per portare avanti l’idea è essenziale. Inoltre, dobbiamo considerare la sostenibilità economica e se può generare entrate a lungo termine.

Analisi dei rischi e delle opportunità:

Ogni idea presenta sia rischi che opportunità. È importante valutare attentamente i potenziali rischi e i fattori che potrebbero ostacolare il successo. Allo stesso tempo, dobbiamo identificare le opportunità uniche che può offrire. Dobbiamo prendere in considerazione la concorrenza, le sfide finanziarie, i cambiamenti di mercato e altri fattori esterni che potrebbero influenzare la nostra idea. Questa analisi ci aiuterà a prepararci meglio per affrontare gli ostacoli e capitalizzare le opportunità che si presenteranno lungo il percorso.

Passione e impegno personale:

Infine, dobbiamo valutare la nostra passione e il nostro impegno personale nei confronti dell’idea. Portare avanti un’idea di successo richiede tempo, dedizione e determinazione. Dobbiamo chiederci se siamo disposti a investire l’energia necessaria per farla crescere e se il nostro entusiasmo continuerà a sostenerci nei momenti difficili. La passione personale e l’entusiasmo possono fare la differenza tra un’idea che fallisce e una che raggiunge il successo.

Conclusioni:

La valutazione del potenziale di successo di un’idea è un’attività complessa e incerta. Non esiste una formula magica che possa garantire il successo, ma prendendo in considerazione i fattori chiave sopra menzionati, possiamo aumentare le nostre possibilità di fare una valutazione accurata. Ricordiamo che l’esperienza, la flessibilità e la capacità di adattamento sono fondamentali nel percorso di trasformazione di un’idea in realtà. Dobbiamo essere disposti a imparare dagli insuccessi, a modificare l’idea e ad adattarci alle mutevoli esigenze del mercato. Con pazienza e perseveranza, possiamo aumentare le probabilità di successo e creare un impatto significativo.

Foto: Andrea Piacquadio

Come fare la granita in casa

Procedura e dosaggi per una granita casalinga deliziosa:

Ingredienti:

  • 500 ml di acqua
  • 200 g di zucchero
  • Succo di 4 limoni (o il succo di frutta a tua scelta)
  • Scorza grattugiata di 2 limoni (o della frutta scelta)
  • Facoltativo: 1 cucchiaio di liquore (come il limoncello) per un tocco extra

Istruzioni:

  1. Prepara lo sciroppo di zucchero: in una pentola, versa l’acqua e aggiungi lo zucchero. Scalda a fuoco medio, mescolando fino a quando lo zucchero si scioglie completamente. Una volta sciolto, porta a ebollizione e continua a mescolare per 2-3 minuti. Rimuovi dal fuoco e lascia raffreddare completamente.
  2. Aggiungi il succo di limone e la scorza grattugiata: una volta che lo sciroppo di zucchero si è raffreddato, aggiungi il succo di limone fresco spremuto e la scorza grattugiata. Mescola bene per amalgamare tutti gli ingredienti.
  3. Opzionale: Aggiungi il liquore: se desideri un tocco di sapore extra, puoi aggiungere un cucchiaio di liquore come il limoncello. Mescola bene per incorporare il liquore nella miscela.
  4. Versa la miscela nella vaschetta del gelato: trasferisci la miscela nella vaschetta del gelato e mettila nel congelatore.
  5. Congela e mescola ogni 30 minuti: una volta che la miscela è nel congelatore, lasciala congelare per circa 30 minuti. Quindi, rimuovi la vaschetta e mescola energicamente la granita con una forchetta per rompere i cristalli di ghiaccio. Questo aiuterà a ottenere una consistenza morbida e granulosa.
  6. Ripeti il processo di congelamento e mescolamento: ripeti il processo di congelamento e mescolamento ogni 30 minuti per un totale di 3-4 volte. Assicurati di mescolare bene ogni volta per evitare la formazione di grandi blocchi di ghiaccio.
  7. Servi e gusta: una volta che la granita ha raggiunto la consistenza desiderata, è pronta per essere servita! Prendi dei bicchieri freddi, riempili con la tua granita fatta in casa e goditi il fresco gusto del bar direttamente nella comodità della tua cucina.

Ora puoi preparare la tua deliziosa granita fatta in casa. Sperimenta con diversi succhi di frutta per creare varianti gustose e divertenti!

Foto: Sebastian Fischer

Il metabolismo e il ruolo nella gestione del peso

Ti sei mai chiesto cos’è il metabolismo e come funziona? Forse hai sentito parlare di diete che promettono di accelerarlo o di alimenti che lo rallentano. Ma sai davvero di cosa si tratta?

In questo articolo ti spiego in modo semplice cos’è il metabolismo, quali sono i suoi ruoli nel nostro corpo e come possiamo influenzarlo con le nostre scelte.

Cos’è il metabolismo?

Il metabolismo è l’insieme delle reazioni chimiche che avvengono nelle nostre cellule per trasformare il cibo che mangiamo in energia e in altre sostanze utili al nostro organismo.

Il metabolismo si divide in due fasi principali: il catabolismo e l’anabolismo.

Il catabolismo è la fase in cui le molecole complesse del cibo vengono scomposte in molecole più semplici, come glucosio, amminoacidi e acidi grassi. Queste molecole vengono poi utilizzate per produrre energia o per essere immagazzinate come riserve.

L’anabolismo è la fase in cui le molecole semplici vengono ricombinate per formare molecole più complesse, come proteine, lipidi e acidi nucleici. Queste molecole sono necessarie per la crescita, la riparazione e il mantenimento delle nostre cellule e dei nostri tessuti.

Quindi, il metabolismo è un processo dinamico e continuo che ci permette di vivere, crescere e adattarci all’ambiente.

Quali sono i fattori che influenzano il metabolismo?

Il metabolismo non è uguale per tutti. Esistono diversi fattori che lo influenzano e che determinano il nostro fabbisogno energetico giornaliero.

I principali fattori sono:

  • L’età: il metabolismo tende a diminuire con l’avanzare dell’età, a causa della perdita di massa muscolare e della riduzione dell’attività fisica.
  • Il sesso: gli uomini hanno in genere un metabolismo più elevato delle donne, perché hanno una maggiore percentuale di massa muscolare e un minor contenuto di grasso corporeo.
  • La composizione corporea: la massa muscolare è il tessuto più attivo metabolicamente, quindi più ne abbiamo e più il nostro metabolismo è alto. Il grasso corporeo, invece, ha un basso dispendio energetico.
  • L’attività fisica: fare esercizio fisico aumenta il nostro consumo di energia sia durante che dopo l’allenamento, grazie all’effetto termico dell’esercizio e all’aumento della massa muscolare.
  • L’alimentazione: anche mangiare richiede energia, perché il nostro corpo deve digerire, assorbire e utilizzare i nutrienti. Questo effetto si chiama termogenesi indotta dalla dieta ed è maggiore per i cibi ricchi di proteine e fibre.
  • Gli ormoni: alcuni ormoni, come la tiroxina e l’adrenalina, stimolano il metabolismo, mentre altri, come l’insulina e il cortisolo, lo rallentano.
  • La temperatura ambientale: quando fa freddo o caldo, il nostro corpo deve regolare la sua temperatura interna, aumentando o diminuendo il suo dispendio energetico.

Come possiamo migliorare il nostro metabolismo?

Come abbiamo visto, il nostro metabolismo dipende da molti fattori, alcuni dei quali non possiamo controllare. Tuttavia, ci sono alcune abitudini che possiamo adottare per migliorarlo e ottimizzare la nostra salute.

Ecco alcuni consigli:

  • Mantenere una dieta equilibrata ed evitare le restrizioni caloriche troppo severe, che possono rallentare il metabolismo e favorire l’accumulo di grasso.
  • Consumare alimenti ricchi di proteine e fibre, che aumentano la termogenesi indotta dalla dieta e favoriscono la sazietà.
  • Fare colazione ogni giorno, per attivare il metabolismo dopo il digiuno notturno e fornire energia al nostro corpo.
  • Distribuire i pasti in modo regolare durante la giornata, per evitare gli sbalzi di glicemia e di insulina e mantenere il metabolismo costante.
  • Fare attività fisica regolare, alternando esercizi aerobici, che bruciano calorie, ad esercizi di forza, che aumentano la massa muscolare.
  • Dormire bene e gestire lo stress, per evitare le alterazioni ormonali che possono influire negativamente sul metabolismo.

Spero che questo articolo ti sia stato utile e ti abbia chiarito cos’è il metabolismo e come funziona.

Foto: Andrea Piacquadio

L’abbandono degli animali domestici: un fenomeno inaccettabile e doloroso

Ogni anno, migliaia di cani vengono abbandonati dai loro padroni, soprattutto nel periodo estivo, quando molti partono per le vacanze e non sanno come gestire i loro amici a quattro zampe. Questo è un fenomeno grave e inaccettabile, che causa sofferenza agli animali e problemi alla società. In questo articolo, cercheremo di analizzare le cause e le conseguenze dell’abbandono del proprio cane, e di proporre alcune soluzioni per contrastarlo.

Le cause dell’abbandono dei cani sono molteplici e spesso legate a una mancanza di responsabilità e di sensibilità da parte dei proprietari. Alcuni acquistano o adottano un animale senza essere consapevoli delle cure e delle attenzioni che richiede, e poi si trovano in difficoltà quando devono affrontare le spese veterinarie, il cibo, la toelettatura, l’educazione e la socializzazione dell’animale. Altri invece considerano l’animale come un oggetto o un giocattolo, che può essere scartato quando non serve più o quando diventa scomodo. Infine, ci sono quelli che non riescono a trovare una sistemazione adeguata per il loro animale quando partono per le vacanze, e preferiscono abbandonarlo lungo la strada o in un rifugio, sperando che qualcuno se ne occupi.

Le conseguenze dell’abbandono degli animali domestici sono drammatiche sia per gli animali stessi che per la collettività. Gli animali abbandonati infatti soffrono di stress, paura, fame, sete, malattie e rischiano di morire investiti dalle auto o aggrediti da altri animali. Inoltre, contribuiscono ad aumentare il randagismo, che comporta problemi di sicurezza, di igiene e di salute pubblica. Secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, nel 2020 sono stati censiti circa 700 mila cani randagi in Italia, di cui il 60% derivanti da abbandoni. Questi cani possono causare incidenti stradali, morsi, danni alle colture e agli allevamenti, e trasmettere malattie come la rabbia, la leishmaniosi e la leptospirosi.

Per combattere l’abbandono degli animali domestici è necessario innanzitutto sensibilizzare la popolazione sul rispetto e sull’amore verso gli animali, che sono esseri viventi dotati di sentimenti e di diritti. A tal fine, si possono organizzare campagne informative ed educative nelle scuole, nei media e nei luoghi pubblici, per diffondere una cultura della responsabilità e della solidarietà verso gli animali. Inoltre, è importante promuovere l’adozione responsabile degli animali, preferendo quelli provenienti dai rifugi o dalle associazioni di volontariato a quelli acquistati nei negozi o online. L’adozione responsabile implica anche la sterilizzazione degli animali, per evitare la nascita di cuccioli indesiderati che potrebbero finire in strada. Infine, è fondamentale applicare e rafforzare le norme che sanzionano l’abbandono degli animali domestici, che è un reato penale punito con una multa da 1.000 a 10.000 euro e con l’interdizione dalla detenzione di animali per uno a tre anni.

Foto: Hong Son

Pasta fredda con pomodorini, mozzarella e basilico: la ricetta estiva perfetta

La pasta fredda è un piatto ideale per l’estate, facile da preparare e da personalizzare con gli ingredienti che preferisci. Ecco una ricetta semplice e gustosa per fare la pasta fredda in pochi minuti.

Ingredienti per 4 persone:

  • 400 g di pasta corta (penne, fusilli, farfalle…)
  • 200 g di pomodorini
  • 150 g di mozzarella
  • 100 g di prosciutto cotto a cubetti
  • 50 g di olive nere denocciolate
  • basilico fresco
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe

Preparazione:

  • Cuoci la pasta in abbondante acqua salata seguendo i tempi indicati sulla confezione. Scolala al dente e raffreddala sotto l’acqua corrente. Trasferiscila in una ciotola capiente e condiscila con un filo di olio.
  • Lava i pomodorini e tagliali a metà. Taglia la mozzarella a cubetti e lasciala sgocciolare. Aggiungi i pomodorini, la mozzarella, il prosciutto e le olive alla pasta e mescola bene.
  • Aggiusta di sale e pepe a piacere e profuma con qualche foglia di basilico spezzettata. Metti la pasta fredda in frigo per almeno un’ora prima di servirla.
Foto: Valter Cirillo

Sphynx: L’unicità di un gatto senza pelo

Il gatto Sphynx è una razza affascinante e unica che ha catturato l’attenzione di molte persone in tutto il mondo. Con la sua caratteristica distintiva di non avere pelo, questo felino ha un aspetto insolito e affascinante che suscita curiosità e ammirazione. In questo articolo, esploreremo le origini, le caratteristiche, la personalità e le cure necessarie per i gatti Sphynx, gettando luce su questa straordinaria razza felina.

Origini: Contrariamente alla credenza comune, il gatto Sphynx non è completamente senza pelo. Infatti, la sua pelle è coperta da un sottile strato di peluria che può essere quasi impercettibile al tatto. La razza Sphynx ha avuto origine in Canada nel 1966, quando una gatta randagia di nome Elizabeth ha dato alla luce un gattino senza pelo. Questo gattino è stato chiamato Prune e ha segnato l’inizio della selezione e dell’allevamento della razza Sphynx.

Caratteristiche fisiche: Il gatto Sphynx è noto per la sua mancanza di pelo, ma ha comunque una pelle morbida e calda al tatto. La loro pelle può essere di vari colori, tra cui bianco, nero, blu, rosso e crema. La testa del Sphynx ha una forma triangolare con orecchie grandi e dritte. Gli occhi sono grandi e di forma ovale, spesso di un colore diverso da quello del mantello. Le zampe sono lunghe e sottili, mentre la coda è lunga e affusolata. Nonostante l’aspetto unico, il Sphynx ha un corpo muscoloso e atletico.

Personalità: I gatti Sphynx sono noti per essere estremamente socievoli, affettuosi e giocosi. Amano stare al centro dell’attenzione e sono spesso descritti come “gatti-cani” a causa della loro natura affettuosa e del desiderio di interagire con i loro proprietari. Sono gatti intelligenti e curiosi, sempre pronti ad esplorare l’ambiente circostante. Sono anche conosciuti per la loro capacità di adattarsi facilmente a nuove situazioni e per la loro tolleranza nei confronti di altri animali domestici.

Cure e benessere: A causa della mancanza di pelo, i gatti Sphynx richiedono cure particolari per mantenere la loro pelle in condizioni ottimali. La loro pelle va pulita regolarmente per rimuovere l’accumulo di sebo, e talvolta necessitano di bagni frequenti per rimuovere l’olio in eccesso. È importante anche proteggerli dall’esposizione diretta al sole, poiché la loro pelle è più sensibile rispetto a quella di altri gatti. Inoltre, dovrebbero essere mantenuti al caldo, specialmente durante i mesi invernali, per evitare il rischio di ipotermia.

Conclusioni: Il gatto Sphynx è una razza straordinaria che ha conquistato il cuore di molte persone in tutto il mondo. La sua mancanza di pelo, la personalità affettuosa e socievole, unita alla sua natura giocosa, lo rendono un compagno ideale per molte persone. Sebbene richieda cure e attenzioni particolari per mantenere la sua pelle sana, i proprietari di Sphynx spesso affermano che il loro amore e la loro dedizione sono ampiamente ripagati dalla compagnia e dall’affetto di questi affascinanti felini.