Gli insegnanti italiani sono tra i meno pagati al mondo: ecco perché

di Sergio Amodei

Se siete insegnanti in Italia, probabilmente sapete già che il vostro stipendio non è tra i più alti del mondo, ma quanto guadagnate rispetto ai vostri colleghi di altri paesi? E quali sono le cause di questa situazione?

Secondo il rapporto Ocse gli stipendi dei docenti italiani sono di molto inferiori alla media dei docenti dei paesi dell’Unione europea e dei paesi OCSE. Per esempio, nella scuola primaria, gli insegnanti italiani percepiscono circa 24 mila euro lordi l’anno, mentre la media UE è di 27 mila e la media OCSE è di 28 mila. Nella scuola media, lo stipendio italiano è di 25 mila euro, contro i 28 mila della media UE e i 29 mila della media OCSE. Nella scuola superiore, lo stipendio italiano è di 26 mila euro, contro i 30 mila della media UE e i 31 mila della media OCSE.

Queste cifre diventano ancora più evidenti se confrontate con quelle di alcuni paesi europei. Per esempio, in Svizzera, gli insegnanti sono pagati quasi 80 mila euro l’anno, in Danimarca 51 mila, in Germania 43 mila, in Francia 30 mila, in Spagna 29 mila. Solo Portogallo e Grecia hanno stipendi inferiori all’Italia, con 21 mila e 19 mila euro rispettivamente.

Ma quali sono le ragioni di questa disparità? Ci sono diverse spiegazioni possibili, tra cui:

  • Il basso investimento pubblico nell’istruzione. L’Italia spende solo il 3,9% del suo Pil per l’istruzione, contro il 4,9% della media UE e il 5% della media OCSE. Questo si traduce in meno risorse per il personale, le infrastrutture e i servizi scolastici.
  • Il ritardo nel rinnovo del contratto nazionale. L’ultimo contratto della scuola è stato firmato nel 2018 e prevedeva un aumento di 124 euro lordi mensili per gli insegnanti. Tuttavia, questo aumento non è stato sufficiente a colmare il divario con gli altri paesi e non ha tenuto conto dell’inflazione e del costo della vita.
  • La scarsa valorizzazione della professione docente. Gli insegnanti italiani sono spesso sottoposti a stress, burocrazia, precarietà e scarsa considerazione sociale. Inoltre, hanno poche opportunità di formazione continua, carriera e mobilità. Questo riduce la motivazione e l’attrattività della professione.

Per migliorare la situazione degli insegnanti italiani, sarebbe quindi necessario:

  • Aumentare l’investimento pubblico nell’istruzione, in linea con gli standard europei e internazionali.
  • Rinnovare il contratto nazionale con aumenti salariali adeguati al livello di istruzione, esperienza e responsabilità degli insegnanti.
  • Valorizzare la professione docente con maggiori incentivi, riconoscimenti e opportunità di crescita professionale.

Solo così si potrebbe garantire una scuola di qualità per tutti gli studenti e una maggiore soddisfazione per tutti gli insegnanti.

Foto: Sergio Amodei

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