Dopamina e felicità: come la molecola del piacere influisce sul comportamento delle persone

di Sergio Amodei

La dopamina è un neurotrasmettitore fondamentale nel sistema nervoso umano, svolgendo un ruolo vitale in una vasta gamma di funzioni biologiche e comportamentali. Questa molecola, scoperta per la prima volta nel 1957 dal biochimico svedese Arvid Carlsson, è diventata oggetto di interesse scientifico e pubblico per il suo ruolo nella regolazione delle emozioni, della motivazione e del piacere.

Cos’è la Dopamina?

La dopamina è una molecola chimica, classificata come catecolamina, che agisce come neurotrasmettitore nel cervello e nel sistema nervoso centrale. È coinvolta in una vasta gamma di processi fisiologici e comportamentali, tra cui il controllo dei movimenti, la regolazione dell’umore, la motivazione, la percezione del piacere e la modulazione del sistema di ricompensa.

Il ruolo principale della Dopamina nel corpo umano

Uno dei ruoli principali della dopamina è quello di agire come un segnale chimico tra le cellule nervose o neuroni, nel cervello. Funziona come un messaggero che trasmette informazioni da un neurone all’altro attraverso le sinapsi, i punti di connessione tra i neuroni. Questa comunicazione neuronale è essenziale per il controllo di una serie di funzioni vitali.

Come viene prodotta la Dopamina nel corpo?

La dopamina è prodotta attraverso un processo noto come biosintesi, che ha luogo nelle cellule nervose. L’enzima chiave coinvolto in questo processo è la tirosina idrossilasi, che converte l’amminoacido tirosina in dopa e successivamente in dopamina. Questo processo richiede la presenza di coenzimi e cofattori specifici, come la vitamina B6.

I recettori della Dopamina nel cervello

Nel cervello, la dopamina si lega a specifici recettori chiamati recettori della dopamina. Ci sono diversi tipi di recettori della dopamina, tra cui D1, D2, D3, D4 e D5, ognuno dei quali ha funzioni e localizzazioni diverse nel cervello. Ad esempio, i recettori D1 sono spesso coinvolti nella motivazione e nell’attenzione, mentre i recettori D2 sono associati alle sensazioni di piacere.

Il legame tra Dopamina, motivazione e piacere

Uno degli aspetti più affascinanti della dopamina è il suo ruolo nella motivazione e nella ricompensa. Quando sperimentiamo qualcosa di piacevole o gratificante, il cervello rilascia dopamina, creando una sensazione di piacere. Questo sistema di ricompensa è cruciale per il nostro comportamento, poiché ci spinge a cercare attivamente esperienze positive e a compiere azioni che soddisfano i nostri bisogni fondamentali.

La dopamina non è solo coinvolta nella percezione del piacere, ma anche nella motivazione. La sua presenza ci spinge a perseguire obiettivi e a intraprendere azioni che ci avvicinano a risultati desiderati. In altre parole, la dopamina è coinvolta nell’approccio verso le ricompense e nell’incoraggiamento del comportamento orientato agli obiettivi.

Qual è il legame tra la dopamina e la dipendenza da sostanze?

La dopamina svolge un ruolo fondamentale nel processo di dipendenza da sostanze e contribuisce significativamente alla persistenza e alla ricaduta nell’abuso di droghe. Ecco come la dopamina è coinvolta nella dipendenza da sostanze:

1. Il sistema di ricompensa:

La dopamina è strettamente associata al sistema di ricompensa del cervello. Questo sistema è coinvolto nell’attribuire valore a esperienze gratificanti e nell’incoraggiare il comportamento che porta a tali ricompense. Quando una persona sperimenta piacere da una sostanza come l’alcol, la nicotina, gli oppioidi o le droghe stimolanti come la cocaina o l’anfetamina, il cervello rilascia una quantità eccessiva di dopamina nei circuiti di ricompensa.

2. Sensazione di piacere e rinforzo positivo:

L’aumento dei livelli di dopamina crea una sensazione di piacere e euforia, che rinforza positivamente l’uso continuato della sostanza. Questa sensazione di piacere è una delle ragioni per cui le persone cercano di ripetere l’esperienza attraverso l’uso ripetuto della sostanza.

3. Tolleranza:

Nel tempo, l’uso cronico di sostanze può portare a una diminuzione della sensibilità dei recettori della dopamina. Questo fenomeno è noto come tolleranza, il che significa che una persona deve aumentare la quantità di sostanza assunta per ottenere lo stesso livello di piacere che inizialmente provava. Questa ricerca di una “fuga” sempre più intensa dalla realtà può portare a un consumo sempre più elevato della sostanza.

4. Ritiro e Craving:

Quando i livelli di dopamina diminuiscono dopo l’effetto di una sostanza, il risultato può essere un sintomo di astinenza, che può essere molto spiacevole. Questo può includere sintomi fisici e psicologici come ansia, depressione, irritabilità e desiderio compulsivo della sostanza, noto come craving. Le persone possono ritornare all’uso della sostanza per alleviare questi sintomi e ripristinare i livelli di dopamina.

5. La neuroplasticità e il circolo vizioso dell’Addiction:

L’uso cronico di sostanze può portare a cambiamenti nella struttura e nella funzione del cervello, un processo noto come neuroplasticità. Questi cambiamenti possono rendere il cervello più incline all’abuso della sostanza e alla dipendenza. Ad esempio, possono verificarsi modifiche nella plasticità sinaptica, che influenzano la comunicazione tra i neuroni e contribuiscono alla dipendenza cronica.

6. Persistenza nell’abuso:

A causa del coinvolgimento della dopamina nel sistema di ricompensa e nel rinforzo positivo, le persone affette da dipendenza possono continuare a cercare la sostanza nonostante le conseguenze negative per la salute e la vita quotidiana. Questo è un elemento fondamentale della dipendenza: il desiderio irrefrenabile di ottenere la ricompensa dopaminergica che la sostanza offre, anche a scapito della salute e del benessere complessivo.

Foto: Mart Production

Ecco cosa succede al tuo corpo quando assumi Cannabis

di Sergio Amodei

La cannabis è da lungo tempo al centro dell’attenzione in tutto il mondo, sia per il suo utilizzo ricreativo che terapeutico. Mentre la discussione sulla sua legalizzazione continua a crescere, è fondamentale comprendere gli effetti che questa pianta ha sul nostro corpo. In questo articolo, esploreremo cosa accade al nostro corpo quando consumiamo cannabis, analizzando gli effetti immediati e a lungo termine, nonché la scienza dietro di essi.

La Cannabis: un’introduzione

La cannabis è una pianta che contiene più di 100 composti chimici noti come cannabinoidi, ma due di essi sono particolarmente rilevanti per i suoi effetti sul corpo umano: il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD). Il THC è responsabile degli effetti psicoattivi tipici della cannabis, mentre il CBD è noto per le sue proprietà terapeutiche senza causare alterazioni dell’umore.

Effetti Immediati

Quando si assume cannabis, gli effetti immediati sono spesso avvertiti entro pochi minuti o addirittura secondi. Questi effetti possono variare da persona a persona, in base alla sensibilità individuale, alla quantità consumata e al ceppo di cannabis. Ecco cosa succede al nostro corpo quando consumiamo cannabis:

  1. Euforia e alterazioni dell’umore: Il THC interagisce con i recettori cannabinoidi nel nostro cervello, portando a una sensazione di euforia, relax e alterazione dell’umore.
  2. Aumento dell’appetito: Il THC può stimolare l’appetito, noto come “munchies”. Questo effetto è particolarmente utile per i pazienti che soffrono di perdita di appetito a causa di alcune malattie.
  3. Distorsione sensoriale: La cannabis può alterare la percezione sensoriale, rendendo i colori più intensi e i suoni più nitidi. Questi effetti possono variare da persona a persona.
  4. Riduzione del dolore: Il CBD è noto per le sue proprietà analgesiche, che possono contribuire a ridurre il dolore cronico e l’infiammazione.
  5. Disturbi cognitivi temporanei: L’uso eccessivo di cannabis può causare disturbi temporanei della memoria a breve termine, dell’attenzione e della concentrazione. Questi effetti tendono a scomparire una volta che gli effetti immediati della cannabis svaniscono.

Effetti a lungo termine

Mentre gli effetti immediati della cannabis possono essere piacevoli, è importante considerare anche gli effetti a lungo termine sull’organismo:

  1. Dipendenza psicologica: L’uso regolare eccessivo di cannabis può portare a una dipendenza psicologica. Questo significa che alcune persone possono sviluppare una forte compulsione a consumare la droga nonostante gli effetti negativi sulla loro vita.
  2. Problemi respiratori: Fumare cannabis può irritare i polmoni e aumentare il rischio di problemi respiratori, simili a quelli causati dal fumo di tabacco.
  3. Impatto sullo sviluppo cerebrale: L’uso precoce e regolare di cannabis nei giovani può influenzare lo sviluppo del cervello, con potenziali effetti negativi sulla memoria, sull’apprendimento e sul comportamento.
  4. Effetti sul sistema cardiovascolare: L’uso di cannabis può temporaneamente aumentare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna, aumentando il rischio di problemi cardiaci nei soggetti predisposti.
  5. Rischio di psicosi: In alcune persone, l’uso eccessivo di THC può aumentare il rischio di psicosi, come la schizofrenia, soprattutto se esiste una predisposizione genetica.

La scienza dietro gli effetti della cannabis

Gli effetti della cannabis sul corpo sono in gran parte dovuti all’interazione tra i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide (SEC) del corpo. Il SEC è coinvolto nella regolazione di una serie di funzioni fisiologiche, tra cui l’umore, l’appetito, il sonno e il dolore. Quando consumiamo cannabis, il THC si lega ai recettori cannabinoidi nel cervello e nel sistema nervoso centrale, provocando gli effetti che abbiamo menzionato.

D’altro canto, il CBD non si lega direttamente ai recettori cannabinoidi ma può influenzare indirettamente il SEC. Questo spiega perché il CBD è associato a proprietà terapeutiche senza causare alterazioni dell’umore.

Conclusioni

In conclusione, la cannabis è una pianta che ha una vasta gamma di effetti sul nostro corpo. Mentre gli effetti immediati possono essere piacevoli per molti, è essenziale essere consapevoli degli effetti a lungo termine e dell’importanza di un uso responsabile. La ricerca sulla cannabis continua a progredire, fornendo nuove informazioni sulle sue potenziali applicazioni terapeutiche e sugli effetti collaterali. In ultima analisi, la scelta di consumare cannabis dovrebbe essere informata e basata sulle proprie esigenze e sulla comprensione dei rischi e dei benefici associati a essa.

Cannabis: effetti sul nostro corpo
Foto: Polina Tankilevitch