Quando dormiamo gli occhi sono aperti o chiusi?

di Sergio Amodei

Sognare è una delle esperienze più affascinanti e misteriose della nostra vita. Ma cosa succede ai nostri occhi quando sogniamo? Sono chiusi o aperti? E perché si muovono rapidamente durante il sonno REM?

Innanzitutto, dobbiamo distinguere tra due fasi principali del sonno: il sonno non-REM e il sonno REM. Il sonno non-REM è la fase più profonda e ristoratrice del sonno, in cui il cervello rallenta la sua attività elettrica e il corpo si rilassa. Il sonno REM, invece, è la fase in cui si verificano i sogni più vividi e realistici, in cui il cervello è molto attivo e simile allo stato di veglia.

Durante il sonno non-REM, gli occhi sono effettivamente chiusi e immobili. Questo perché i muscoli che controllano le palpebre sono rilassati e non ricevono alcun segnale dal cervello. Inoltre, la pupilla si restringe per proteggere la retina dalla luce.

Durante il sonno REM, invece, gli occhi sono sempre aperti, anche se sembra che siano chiusi. Questo perché le palpebre sono sollevate da una piccola contrazione dei muscoli orbicolari, che impediscono agli occhi di essiccarsi. Tuttavia, la pupilla rimane contratta per evitare l’ingresso di troppa luce.

Ma perché gli occhi si muovono rapidamente durante il sonno REM? Questo fenomeno, chiamato movimenti oculari rapidi (REM), è legato all’attività onirica del cervello. Si pensa che gli occhi seguano le immagini e le scene che appaiono nei sogni, come se stessimo guardando un film. In realtà, però, non c’è una corrispondenza esatta tra i movimenti oculari e i contenuti dei sogni, ma solo una somiglianza approssimativa.

I movimenti oculari rapidi sono importanti per la salute degli occhi e del cervello. Infatti, servono a mantenere la lubrificazione degli occhi e a stimolare la circolazione sanguigna nella retina. Inoltre, favoriscono la formazione di nuove connessioni neurali nel cervello, che facilitano l’apprendimento e la memoria.

In conclusione, possiamo dire che gli occhi sono sempre aperti quando sogniamo, ma non vedono nulla di reale. Sono solo uno strumento che il cervello usa per creare le sue fantastiche storie notturne.

Foto: Sergio Amodei

I batteri buoni della bocca: gli alleati nascosti per una salute migliore

di Sergio Amodei

La bocca è una delle parti più affascinanti e complesse del corpo umano. Oltre a consentirci di comunicare, mangiare e respirare, la bocca ospita anche una vasta comunità di microrganismi, tra cui circa un milione di batteri diversi. Ma cosa fanno questi batteri nella nostra bocca? E perché sono importanti per la nostra salute?

In questo articolo, cercheremo di rispondere a queste domande, esplorando il ruolo dei batteri nella digestione, nella prevenzione delle malattie e nella regolazione del sistema immunitario. Vedremo anche come possiamo mantenere un equilibrio sano tra i batteri buoni e quelli cattivi nella nostra bocca, seguendo alcune semplici pratiche di igiene orale.

I batteri nella digestione

La digestione inizia nella bocca, dove la saliva contiene enzimi che iniziano a scomporre gli alimenti che ingeriamo. La saliva contiene anche batteri che aiutano a predigerire alcuni nutrienti, come gli amidi e gli zuccheri. Questi batteri producono acidi che abbassano il pH della bocca, favorendo l’attività degli enzimi salivari.

I batteri nella bocca sono anche coinvolti nella produzione di vitamine essenziali, come la vitamina B12 e la vitamina K. Queste vitamine sono necessarie per il corretto funzionamento delle cellule del sangue e della coagulazione. Alcuni batteri producono anche sostanze che stimolano la secrezione di succo gastrico nello stomaco, facilitando la digestione ulteriore.

I batteri nella prevenzione delle malattie

La bocca è anche la porta di ingresso per molti agenti patogeni che possono causare malattie infettive, come virus, funghi e parassiti. Per proteggerci da queste minacce, i batteri nella bocca formano una barriera fisica e chimica che impedisce ai patogeni di aderire alle superfici orali e di invadere i tessuti sottostanti.

I batteri nella bocca producono anche molecole antimicrobiche che uccidono o inibiscono la crescita dei patogeni. Alcuni esempi sono il perossido di idrogeno, il lattato e il biossido di carbonio. Queste molecole creano un ambiente ostile per i patogeni, impedendo loro di moltiplicarsi e di causare infezioni.

I batteri nella regolazione del sistema immunitario

La bocca è anche sede di una parte importante del sistema immunitario: le tonsille. Le tonsille sono formate da tessuto linfoide che contiene cellule immunitarie specializzate, come i linfociti B e T. Queste cellule riconoscono e combattono gli agenti patogeni che entrano nella bocca, producendo anticorpi e citochine.

I batteri nella bocca interagiscono con le cellule immunitarie delle tonsille, modulando la loro risposta. Alcuni batteri stimolano le cellule immunitarie a produrre anticorpi e citochine pro-infiammatorie, attivando la difesa immunitaria. Altri batteri inducono le cellule immunitarie a produrre anticorpi e citochine anti-infiammatorie, sopprimendo la reazione immunitaria.

Questo equilibrio tra stimolazione e soppressione è fondamentale per mantenere la salute orale e sistemica. Se il sistema immunitario è troppo attivo, può causare infiammazioni croniche e malattie autoimmuni. Se il sistema immunitario è troppo debole, può favorire lo sviluppo di infezioni e tumori.

Come mantenere un equilibrio sano tra i batteri nella bocca

Per beneficiare dei batteri nella nostra bocca, dobbiamo mantenere un equilibrio sano tra i batteri buoni e quelli cattivi. I batteri buoni sono quelli che ci aiutano a digerire, a prevenire le malattie e a regolare il sistema immunitario. I batteri cattivi sono quelli che causano carie, gengiviti, alitosi e altre patologie orali.

Per favorire i batteri buoni e contrastare i batteri cattivi, possiamo seguire alcune semplici pratiche di igiene orale, come:

  • Spazzolare i denti almeno due volte al giorno, usando uno spazzolino morbido e un dentifricio fluorato. Lo spazzolamento rimuove i residui di cibo e la placca batterica che si accumulano sui denti, prevenendo la carie e la gengivite.
  • Usare il filo interdentale almeno una volta al giorno, per pulire gli spazi tra i denti dove lo spazzolino non arriva. Il filo interdentale rimuove i batteri e i frammenti di cibo che si annidano tra i denti, prevenendo l’infiammazione delle gengive e la formazione di tartaro.
  • Sciacquare la bocca con un collutorio antibatterico, per ridurre il numero di batteri cattivi nella bocca. Il collutorio elimina i batteri che causano l’alitosi e le infezioni orali, migliorando l’igiene e il benessere orale.
  • Visitare regolarmente il dentista, per controllare lo stato di salute dei denti e delle gengive. Il dentista può rilevare e trattare eventuali problemi orali, come carie, gengiviti, parodontiti, ascessi e tumori. Il dentista può anche effettuare una pulizia professionale dei denti, rimuovendo il tartaro e la placca che si formano sulle superfici dentali.

Seguendo questi consigli, possiamo mantenere una bocca sana e una flora batterica equilibrata. In questo modo, possiamo godere dei benefici dei batteri nella nostra bocca, senza subire gli effetti negativi dei batteri cattivi.

Spero che questo articolo vi sia piaciuto e vi abbia insegnato qualcosa di nuovo. Se avete domande o commenti, non esitate a scriverli qui sotto. Grazie per aver letto!

Foto: Sergio Amodei

Le vibrazioni dell’anima: il legame tra musica, emozioni e dopamina

di Sergio Amodei

Hai mai provato i brividi ascoltando una canzone che ti piace molto? Se la risposta è sì, non sei il solo. Molti di noi hanno sperimentato questa sensazione almeno una volta nella vita.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, i brividi musicali sono causati dal rilascio di dopamina nel cervello. La dopamina è un neurotrasmettitore che regola il piacere, la motivazione e la ricompensa. Quando ascoltiamo una musica che ci emoziona, il nostro cervello produce dopamina per premiarci e rinforzare il comportamento.

Ma come fa il nostro cervello a sapere quali musiche ci piacciono e quali no? La risposta è che dipende da diversi fattori, tra cui le nostre preferenze personali, le nostre esperienze passate, le nostre aspettative e il contesto in cui ascoltiamo la musica. Inoltre, la musica ha la capacità di stimolare diverse aree del cervello, coinvolgendo le nostre emozioni, i nostri ricordi, la nostra attenzione e la nostra creatività.

Per capire meglio come funzionano i brividi musicali, gli autori dello studio hanno misurato l’attività cerebrale di 18 volontari mentre ascoltavano le loro canzoni preferite. Hanno scoperto che i brividi musicali si verificavano quando c’erano dei picchi di dopamina nel nucleo accumbens, una regione del cervello associata al piacere e alla ricompensa. Inoltre, hanno osservato che i brividi musicali erano accompagnati da un aumento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna e della conduttanza cutanea, indicando una maggiore attivazione del sistema nervoso autonomo.

I brividi musicali, quindi, sono una manifestazione fisica ed emotiva del nostro legame con la musica. La musica ci fa sentire bene, ci fa vibrare, ci fa sognare. E tu, quali canzoni ti fanno provare i brividi?

Foto: Sergio Amodei