Mare in movimento: il viaggio globale del granchio blu attraverso le acque di zavorra

Se vi siete chiesti come mai le nostre coste sono invase da un crostaceo azzurro che non appartiene al nostro ecosistema, la risposta è semplice: l’acqua di zavorra delle navi. Ma cos’è esattamente questa acqua e perché ha portato il granchio blu in Italia? In questo articolo cercheremo di spiegarvelo.

L’acqua di zavorra è l’acqua marina che le navi imbarcano nei porti di partenza per mantenere la stabilità e l’assetto durante la navigazione, soprattutto quando trasportano grandi carichi. Questa acqua viene poi scaricata nei porti di arrivo, dove le navi ritirano il loro carico successivo. Il problema è che, insieme all’acqua, le navi possono trasportare anche vari organismi viventi, tra cui pesci, alghe, batteri e crostacei, come il granchio blu.

Il granchio blu (Callinectes sapidus) è una specie originaria dell’Oceano Atlantico occidentale, dove è molto apprezzato per le sue carni. Negli ultimi anni, però, si è diffuso anche in altre aree del mondo, grazie alle acque di zavorra delle navi, in particolare, è arrivato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez e ha colonizzato le coste di Spagna, Francia, Grecia e Italia.

Il granchio blu è un animale molto adattabile e vorace, che si nutre di molluschi, piccoli pesci e altri crostacei. La sua presenza ha causato danni all’ecosistema marino locale, riducendo la biodiversità e competendo con le specie autoctone, inoltre ha creato problemi alle attività economiche di pescatori e allevatori, danneggiando le reti da pesca e i mitili coltivati.

Per contrastare l’invasione del granchio blu, sono state proposte diverse soluzioni, tra cui la pesca selettiva, il monitoraggio delle acque di zavorra e la promozione del consumo di questo crostaceo. Infatti, il granchio blu può essere considerato una risorsa alimentare alternativa e sostenibile, se pescato in modo controllato e preparato con ricette appetitose.

In conclusione, l’acqua di zavorra delle navi è una fonte di trasporto involontario di specie aliene che possono alterare gli equilibri ecologici delle aree in cui vengono introdotte. Tra queste specie, il granchio blu è una delle più invasive e problematiche per il Mediterraneo, ma anche una delle più gustose e potenzialmente redditizie.

Foto: Дмитрий Трепольский

Cambiamenti climatici: i disastri ambientali estremi che stanno colpendo il mondo

Il cambiamento climatico è una delle sfide più pressanti che l’umanità si trova ad affrontare. Le cause dei cambiamenti climatici sono principalmente dovute all’effetto serra, causato da alcuni gas presenti nell’atmosfera terrestre che intrappolano il calore del sole e provocano il riscaldamento globale. Tuttavia, le attività umane hanno un ruolo fondamentale nell’aumento delle emissioni di questi gas, come la combustione di carbone, petrolio e gas metano. Anche l’agricoltura, l’allevamento, la deforestazione e l’industrializzazione sono tra le attività umane che contribuiscono ai cambiamenti climatici. Gli effetti sono già evidenti in molti paesi con un aumento dei fenomeni meteorologici violenti come inondazioni, precipitazioni estreme, temporali, tifoni, uragani e tempeste. Per contrastare i cambiamenti climatici, è necessario un’azione globale intensa e coordinata, ma soprattutto immediata. L’Unione Europea ha adottato diverse azioni politiche per contrastare i cambiamenti climatici, tra cui la raccolta e condivisione dei dati per un migliore accesso alle conoscenze sugli impatti climatici e al loro scambio, soluzioni basate sulla natura per contribuire a creare resilienza e a proteggere gli ecosistemi, e l’integrazione dell’adattamento nelle politiche macrofiscali. Inoltre, ci sono molte azioni che ogni individuo può intraprendere per ridurre il proprio impatto sul pianeta, come ridurre il consumo di energia, utilizzare mezzi di trasporto sostenibili, ridurre il consumo di carne e prodotti animali, ridurre gli sprechi alimentari, utilizzare prodotti ecologici e ridurre l’uso di plastica.