La Legge dell’Ottava: perché tutto ciò che inizi rischia di spegnersi a metà (e come completarlo davvero)

di Sergio Amodei

C’è un momento preciso che tutti abbiamo vissuto almeno una volta nella vita.
Ti svegli al mattino carico di entusiasmo, pieno di buoni propositi. Decidi: “Da oggi cambio.” Forse vuoi smettere di fumare, iniziare ad allenarti, imparare una nuova lingua o avviare finalmente quel progetto che rimandi da anni. I primi giorni scorrono veloci, ti senti forte, quasi imbattibile.

Poi succede qualcosa.
Non è un evento drammatico, né una catastrofe. È più sottile: un calo di energia, una voce interiore che sussurra “domani…”. Una piccola deviazione che sembra innocua, ma che piano piano diventa abitudine. Senza neanche accorgertene, l’entusiasmo si spegne, la costanza evapora, il progetto si arena.

Questa scena non è una tua debolezza personale. Non è pigrizia, non è mancanza di forza di volontà.
È la Legge dell’Ottava che lavora in silenzio dentro di te.


La musica nascosta dell’universo

Pëtr Dem’janovič Ouspensky, nel suo libro Frammenti di un insegnamento sconosciuto, raccolse le intuizioni del maestro Gurdjieff e rivelò una verità sorprendente: nulla nell’universo procede in linea retta.

Noi immaginiamo la vita come una freccia che, una volta scoccata, va dritta verso il bersaglio. In realtà, ogni processo, grande o piccolo, segue la logica di una scala musicale.

La scala che conosciamo bene: Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si-Do.

  • All’inizio, l’energia cresce senza ostacoli: Do, Re, Mi.
  • Poi arriva un punto critico, il salto tra Mi e Fa. Qui l’impulso si indebolisce. Serve una spinta esterna, altrimenti la direzione cambia.
  • Il processo continua, ma incontra un altro punto fragile: tra Si e Do. Qui l’ostacolo non può essere superato da fuori: serve uno sforzo cosciente interiore.

La regola è implacabile: ogni progetto, senza correzioni, devia.
L’universo intero obbedisce a questa legge: dalla crescita delle piante, alle rivoluzioni storiche, fino ai tuoi obiettivi personali.


Una storia che conosci già

Lascia che ti racconti una scena che potresti riconoscere.

Marco, 35 anni, decide di rimettersi in forma. Compra scarpe nuove, abbonamento in palestra e perfino un orologio smart per monitorare i progressi. La prima settimana vola: tre allenamenti su tre, energia alle stelle, selfie davanti allo specchio con i muscoli che iniziano a delinearsi.

Poi arriva la seconda settimana. Il lavoro si fa più pesante, un amico lo invita a cena, una sera piove. Salta un allenamento. Poi un altro. Si dice: “Recupero nel weekend.” Non recupera. Dopo un mese, l’abbonamento resta lì, inutilizzato.

Che cosa è successo?
È arrivato il Mi–Fa.

Quel punto inevitabile in cui l’energia iniziale non basta più. Senza un aiuto esterno – un personal trainer, un amico che lo trascina, un gruppo di sostegno – la linea si è spezzata.

Ecco perché milioni di persone comprano abbonamenti in palestra a gennaio… e a marzo le sale sono già vuote. Non è colpa loro: è la Legge dell’Ottava.


Gli “intervalli” che spezzano i nostri sogni

Questa legge rivela un dettaglio cruciale: ci sono due momenti inevitabili in ogni processo umano.

  1. Mi–Fa → il primo ostacolo. È come una curva nascosta sulla strada: se non correggi la direzione, esci di pista. Qui ti serve un aiuto dall’esterno: una disciplina, un supporto, qualcuno o qualcosa che ti spinga avanti.
  2. Si–Do → il secondo ostacolo. Questo è più sottile e più pericoloso. Sei già andato lontano, ma la stanchezza, la distrazione o l’illusione di “aver già fatto abbastanza” ti rallentano. Qui non basta nessun aiuto esterno: serve la tua coscienza. Solo ricordandoti di te stesso puoi fare il salto finale.

È come scalare una montagna: il primo tratto richiede l’appoggio della corda e dei compagni, ma l’ultimo passo verso la vetta dipende solo da te.


Storie di Mi–Fa e Si–Do

Per capire quanto questa legge sia universale, guarda queste storie.

1. La startup che si ferma a metà

Un gruppo di giovani lancia una startup tecnologica. All’inizio entusiasmo alle stelle: brainstorming, prototipi, notti insonni. Do-Re-Mi.
Poi, al Mi–Fa, arrivano le prime difficoltà: soldi che finiscono, clienti che non arrivano. Qui servirebbe un investitore o un mentore. Senza quel sostegno, la startup devia, diventa un progetto secondario… e lentamente muore.

2. La relazione che non supera la prima crisi

All’inizio c’è passione, adrenalina, tutto sembra perfetto. Do-Re-Mi.
Poi arriva il primo Mi–Fa: incomprensioni, routine, prime discussioni. Se la coppia non introduce nuova energia (comunicazione, progetti comuni, consapevolezza), la relazione devia. Si spegne, o peggio, diventa una convivenza svuotata.

3. L’atleta che cade a un passo dalla gloria

Un maratoneta corre con disciplina per mesi. Supera il Mi–Fa con allenatori e sostegni. Arriva alla gara. È al 40° chilometro. Manca poco. Ma qui entra il Si–Do: le gambe bruciano, la mente urla di fermarsi. È l’attimo decisivo: se trova dentro di sé la scintilla, supera il muro. Altrimenti, si ferma a pochi metri dal traguardo.


Il punto cieco della mente

Ecco la trappola: la nostra mente non vede questi intervalli.

Noi crediamo che basta “volontà” per portare a termine un progetto. Ma la verità è che la volontà da sola non basta, perché l’energia cala in modo naturale e prevedibile.

Così ci colpevolizziamo:

  • “Non sono costante.”
  • “Non ho abbastanza motivazione.”
  • “Forse non è destino.”

La realtà è molto diversa: è la legge che opera su di te. E se la conosci, puoi usarla a tuo favore.


Come usare la Legge dell’Ottava a tuo vantaggio

Ora arriva la parte più interessante: questa legge non è un destino inesorabile. È una mappa. Ti dice dove ti perderai… e quindi come evitare la caduta.

Al Mi–Fa → cerca rinforzi esterni

Quando inizi un progetto, prepara già in anticipo il tuo “piano B”.

  • Vuoi iniziare a correre? Trova un compagno di allenamento.
  • Vuoi studiare una lingua? Iscriviti a un corso a pagamento: i soldi spesi sono un rinforzo esterno.
  • Vuoi meditare? Unisciti a un gruppo.

Il Mi–Fa si supera con sostegni che vengono dall’esterno, perché lì la tua energia naturale non basta più.

Al Si–Do → attiva la coscienza

Qui nessuno può aiutarti. È la prova finale.

  • Ricorda il perché profondo del tuo viaggio.
  • Usa rituali quotidiani che ti riportano alla consapevolezza (scrivere un diario, meditare, visualizzare il traguardo).
  • Fermati e “ricordati di te stesso”, come diceva Gurdjieff.

Il Si–Do è il punto in cui ti giochi la differenza tra vivere come tutti, fermandoti sempre a un passo dal traguardo, o trasformarti in qualcuno che compie davvero ciò che inizia.


Il potere degli “shock addizionali”

Gurdjieff chiamava le correzioni necessarie “shock addizionali”. Sono quelle spinte coscienti che introduciamo nei momenti critici per non deviare.

Un esempio pratico?

  • Una persona vuole scrivere un libro. Al Mi–Fa, quando l’entusiasmo iniziale crolla, decide di pubblicare ogni settimana un capitolo sul suo blog: così il pubblico diventa il suo rinforzo esterno.
  • Al Si–Do, quando il libro è quasi finito ma la stanchezza si fa sentire, torna al motivo profondo: “Scrivo per lasciare qualcosa di immortale.” Questo ricordo lo spinge a completare l’opera.

Gli shock addizionali sono come accelerazioni consapevoli che impediscono alla macchina della vita di deragliare.


Perché quasi tutti falliscono (e pochi completano)

Se osservi il mondo con questa lente, capirai perché:

  • La maggior parte delle persone inizia mille cose e ne finisce pochissime.
  • Molti movimenti politici o religiosi partono puri e si corrompono lungo la strada.
  • I progetti creativi restano incompiuti in un cassetto.

Il fallimento non dipende dalla bontà dell’idea o dal talento della persona, ma dalla mancata gestione degli intervalli.

Chi conosce la legge e impara a introdurre shock coscienti, diventa parte di quella minoranza capace di compiere. E questa è una differenza enorme: tra chi lascia tracce e chi lascia solo intenzioni.


Una metafora potente: il fiume e le dighe

Immagina un fiume che scorre. All’inizio l’acqua è forte, limpida, travolgente. Poi incontra una diga. Se nessuno apre i canali, l’acqua non passa: devia, si disperde in mille rivoli.

Così sono i nostri progetti: iniziano come fiumi impetuosi, ma si infrangono contro gli intervalli. Solo con gli “shock addizionali” apriamo i canali giusti, e il fiume raggiunge il mare.


Un esercizio pratico per te

La prossima volta che inizi qualcosa, fermati un attimo e chiediti:

  1. Dove sarà il mio Mi–Fa?
  2. Quale sostegno esterno posso preparare per superarlo?
  3. Dove sarà il mio Si–Do?
  4. Quale rituale di coscienza userò per ricordarmi di me stesso e andare oltre?

Scrivi le risposte. Preparati prima.
Così, quando arriveranno gli intervalli (perché arriveranno sempre), non ti sorprenderanno.


La vita come un’ottava

La Legge dell’Ottava ci ricorda una verità essenziale:
La vita non è una linea retta, ma una scala musicale.
Ogni progetto, ogni relazione, ogni crescita segue questa musica nascosta.

Chi ignora la legge si condanna a iniziare mille cose e a non finirne nessuna.
Chi la conosce, invece, ha in mano la chiave per portare a termine ciò che per gli altri rimane incompiuto.

La differenza non è il talento. Non è la fortuna. È la coscienza.

La prossima volta che la tua energia cala, non dirti che non sei capace. Ricorda: sei arrivato a un intervallo.
E se avrai la forza di introdurre lo shock giusto – esterno al Mi–Fa, interiore al Si–Do – allora diventerai uno di quelli che compiono.


🔑 Domanda finale per te:
Qual è quel progetto che hai lasciato a metà e che, se oggi decidessi di affrontare i due intervalli, potresti finalmente completare e trasformare in realtà?

Foto: Monstera Production