Perché la frutta è all’ingresso del supermercato?

di Sergio Amodei

Chiunque abbia messo piede in un supermercato avrà notato un dettaglio apparentemente insignificante, ma che si ripete quasi ovunque: la frutta e la verdura occupano invariabilmente un posto di primo piano all’ingresso. Questo posizionamento non è casuale. Dietro questa scelta si nasconde una strategia ben studiata, che coinvolge principi di marketing, psicologia del consumatore e persino neuroscienza.

La magia della prima impressione

Uno dei motivi principali per cui frutta e verdura sono collocate all’ingresso è legato al potere della prima impressione. Appena varchiamo la soglia di un supermercato, siamo immediatamente esposti a una gamma di colori vivaci, forme naturali e profumi freschi. Questo risveglia i sensi e crea una sensazione di benessere immediato.

Le mele rosse, i grappoli d’uva, le zucchine lucenti, i pomodori maturi e le foglie verdi della lattuga evocano sensazioni di freschezza, salute e naturalezza. Gli studi dimostrano che l’aspetto visivo degli alimenti può influenzare positivamente il nostro umore, rendendoci più inclini a fare acquisti più abbondanti e a restare nel supermercato più a lungo.

Un supermercato che ci accoglie con prodotti freschi e colorati trasmette una sensazione di qualità. La percezione della freschezza si trasferisce inconsciamente a tutto il negozio, e ciò influenza il modo in cui valutiamo l’intera esperienza d’acquisto. È come se, vedendo frutta e verdura fresche, ci rassicurassimo sul fatto che il resto dei prodotti sarà altrettanto buono.

Un richiamo alla salute

Iniziare un percorso d’acquisto con frutta e verdura mette subito il cliente in modalità “salutare”. La società moderna ci bombarda costantemente con messaggi sull’importanza di una dieta bilanciata e il consumo di prodotti freschi e naturali. Vedendo ortaggi e frutti appena varcata la soglia, molti clienti si sentono spinti a riempire subito il carrello di scelte salutari. È come se si facesse un patto con sé stessi: “Oggi mangerò in modo sano”.

In effetti, la frutta e la verdura sono spesso associate a benessere e salute, e iniziare la spesa acquistando prodotti freschi induce una sorta di bilancio mentale positivo, quasi come se questo permettesse al cliente di sentirsi meglio riguardo agli eventuali “peccati di gola” che potrebbero aggiungersi successivamente al carrello.

La psicologia del consumatore e l’acquisto impulsivo

Una delle chiavi fondamentali per comprendere il motivo di questa disposizione è legata alla psicologia del consumatore. Quando entriamo in un supermercato, il nostro cervello è particolarmente sensibile agli stimoli esterni. Siamo in una sorta di “modalità esplorativa”, pronti a ricevere informazioni visive e a prendere decisioni di acquisto. Le prime cose che vediamo possono influenzare profondamente il nostro comportamento durante l’intera esperienza di shopping.

Frutta e verdura, con i loro colori vivaci e il loro aspetto naturale, fungono da potenti stimoli visivi. Numerosi studi dimostrano che i colori come il verde, il rosso e il giallo catturano immediatamente l’attenzione e suscitano emozioni positive. Il cervello umano associa questi colori a elementi naturali e piacevoli, come l’abbondanza e la vitalità. Questo ci rende più propensi a prendere decisioni d’acquisto impulsive, aggiungendo questi prodotti al nostro carrello senza pensarci troppo.

Inoltre, posizionare frutta e verdura all’ingresso del supermercato serve a creare una sorta di “effetto carrello pieno”. Riempire il carrello con prodotti freschi e salutari all’inizio della spesa ci fa sentire più equilibrati e soddisfatti, lasciando spazio a scelte meno salutari che potrebbero arrivare più avanti nel nostro percorso tra gli scaffali.

Il colore come arma segreta del marketing

Il colore gioca un ruolo determinante nelle scelte di posizionamento nei supermercati. Il reparto frutta e verdura è forse il più variopinto di tutto il negozio, con una combinazione di verdi, rossi, gialli e arancioni che attrae l’occhio e invita all’acquisto.

I colori caldi (come il rosso dei pomodori o delle fragole) e quelli freddi (come il verde della lattuga o il viola delle melanzane) stimolano diverse emozioni nei consumatori. Il rosso, per esempio, è spesso associato a energia e passione, mentre il verde evoca sensazioni di freschezza e natura.

I supermercati sfruttano sapientemente questa combinazione cromatica per attrarre l’attenzione dei clienti, suscitando emozioni che li spingono ad acquistare di più. Un carrello che si riempie di prodotti colorati suggerisce abbondanza, varietà e benessere, il che rende il consumatore più soddisfatto delle sue scelte.

La strategia del layout: il percorso guidato del consumatore

Il posizionamento della frutta e della verdura non è solo una questione di prima impressione o di richiamo visivo. Si inserisce in una più ampia strategia di layout del supermercato, progettata per massimizzare il tempo che i clienti trascorrono nel negozio e, di conseguenza, aumentare le probabilità che facciano acquisti impulsivi.

Collocando frutta e verdura all’ingresso, i supermercati obbligano i clienti a passare attraverso altre sezioni prima di arrivare alle casse. L’idea è che, avendo già acquistato prodotti freschi e salutari, i clienti si sentiranno meno in colpa ad aggiungere al carrello anche snack, dolciumi o altri alimenti meno salutari, che si trovano spesso nelle corsie successive.

Inoltre, il layout spesso fa sì che i clienti debbano percorrere l’intero negozio per trovare i prodotti di prima necessità come il pane, il latte o i prodotti da forno. Questo schema li espone a ulteriori stimoli visivi, aumentando le probabilità di acquisti non pianificati.

Neuroscienza e marketing sensoriale

I supermercati non solo sfruttano il potere della vista, ma anche altri sensi per migliorare l’esperienza d’acquisto. Quando entriamo e ci troviamo di fronte a frutta e verdura fresche, siamo anche influenzati dai profumi naturali di questi prodotti. L’odore della frutta matura o delle erbe fresche può risvegliare ricordi e stimolare il desiderio di acquisto. Questo tipo di marketing sensoriale mira a creare un ambiente piacevole e invitante che mette il cliente a proprio agio.

Anche la disposizione delle luci è studiata attentamente per far risaltare i prodotti freschi. L’illuminazione nei reparti ortofrutticoli è spesso più intensa e calda, per mettere in risalto i colori naturali e creare un’atmosfera accogliente e rassicurante.

Conclusione

Il posizionamento di frutta e verdura all’ingresso dei supermercati non è solo una scelta logistica, ma una decisione profondamente radicata nella comprensione del comportamento umano. Attraverso una combinazione di elementi visivi, olfattivi e cognitivi, i supermercati sfruttano il potere della prima impressione, del colore e del marketing sensoriale per creare un’esperienza d’acquisto che non solo spinge i clienti a riempire il carrello, ma li fa sentire bene nel farlo. Dietro la semplicità apparente di mele e lattughe c’è un intero mondo di strategia e psicologia che guida il nostro viaggio tra gli scaffali, spesso senza che ce ne rendiamo conto.

Foto: AS Photography

Strategie di comunicazione: come riconoscere la differenza tra persuasione e manipolazione

di Sergio Amodei

Nel mondo della comunicazione, due concetti sono spesso messi a confronto: persuasione e manipolazione. A prima vista, possono sembrare simili, poiché entrambi coinvolgono l’influenza sulle persone per modificare comportamenti, credenze o azioni. Tuttavia, la differenza tra questi due termini è profonda e ha importanti implicazioni etiche e morali. Questo articolo esaminerà in dettaglio la natura di ciascun concetto, le loro caratteristiche distintive e le aree in cui i confini tra i due possono sfumarsi.

Definizione di Persuasione

La persuasione è generalmente vista in modo positivo ed etico. Si riferisce all’arte di convincere qualcuno a cambiare idea, atteggiamento o comportamento attraverso argomentazioni razionali, fatti concreti e appelli emotivi, senza compromettere l’integrità o la dignità dell’altra persona. Nel contesto della persuasione, chi persuade rispetta il diritto dell’interlocutore di rifiutare o accettare il messaggio.

La persuasione, di per sé, non implica costrizione né inganno. Si basa su un dialogo aperto e richiede una comprensione e un rispetto per il punto di vista dell’altro. Ad esempio, un venditore che sottolinea i vantaggi reali di un prodotto e lascia al cliente la scelta finale sta utilizzando tecniche persuasive etiche. Le relazioni interpersonali e il marketing etico, ad esempio, fanno spesso affidamento su tecniche persuasive per raggiungere un accordo o promuovere un prodotto.

Elementi chiave della persuasione

  1. Trasparenza: Il messaggio persuasivo è chiaro e non tenta di ingannare l’altra parte.
  2. Rispettabilità: Il persuasore rispetta la capacità dell’interlocutore di prendere decisioni autonome.
  3. Appello logico ed emotivo: La persuasione utilizza argomentazioni logiche e talvolta appelli emotivi, ma sempre in modo onesto.
  4. Scelta volontaria: La decisione finale è sempre lasciata all’individuo.

Definizione di Manipolazione

La manipolazione, al contrario, ha connotazioni decisamente negative e viene associata a metodi più ingannevoli. Manipolare significa influenzare o controllare qualcuno a proprio vantaggio, spesso sfruttando la vulnerabilità dell’altra persona o utilizzando l’inganno per ottenere un risultato desiderato. A differenza della persuasione, la manipolazione ignora il rispetto per la volontà e l’autonomia dell’altro, cercando invece di controllarne le scelte.

Un esempio classico di manipolazione potrebbe essere quello di un venditore che nasconde intenzionalmente le caratteristiche negative di un prodotto, inducendo il cliente a fare una scelta non informata. In questo caso, l’inganno è un componente chiave della manipolazione. Il manipolatore utilizza tecniche che spesso inducono l’altro a credere che stia agendo di propria spontanea volontà, mentre in realtà le sue decisioni sono state subdolamente influenzate.

Elementi chiave della manipolazione

  1. Inganno: Il manipolatore utilizza la disinformazione o nasconde la verità.
  2. Sfruttamento delle vulnerabilità: La manipolazione sfrutta le emozioni o le debolezze dell’altro.
  3. Controllo: L’obiettivo è spesso quello di controllare il comportamento dell’altro per fini personali.
  4. Assenza di scelta reale: Anche se può sembrare che la persona manipolata abbia fatto una scelta, in realtà questa è stata fortemente influenzata.

Differenze Chiave tra Persuasione e Manipolazione

  1. Finalità:
    • Persuasione: Mira a convincere qualcuno attraverso argomenti logici e onesti, rispettando l’autonomia dell’altra persona.
    • Manipolazione: Il suo scopo è ottenere un vantaggio per sé stesso, spesso a scapito dell’altro, senza riguardo per il suo benessere.
  2. Trasparenza:
    • Persuasione: È un processo trasparente in cui tutte le informazioni pertinenti vengono fornite.
    • Manipolazione: Opera con la mancanza di trasparenza, omettendo dettagli o presentando falsità per ingannare.
  3. Rispetto per l’individuo:
    • Persuasione: Il persuasore rispetta la libertà decisionale dell’interlocutore.
    • Manipolazione: Il manipolatore cerca di privare l’altro della sua capacità di prendere decisioni informate.
  4. Metodo di influenza:
    • Persuasione: Utilizza appelli emotivi o logici, ma sempre in modo che l’altro abbia il controllo sulla propria decisione finale.
    • Manipolazione: Spesso si basa sull’inganno, sull’uso di emozioni negative (come paura o senso di colpa) o su informazioni distorte.

Confini Sottili: Quando la Persuasione Sconfina nella Manipolazione

Sebbene la distinzione tra persuasione e manipolazione possa sembrare chiara in teoria, in pratica i confini tra i due concetti possono diventare sfumati. Ci sono situazioni in cui la linea tra persuasione etica e manipolazione diventa sottile. Ad esempio, nel mondo del marketing, alcune tecniche di vendita aggressive che sfruttano la psicologia del consumatore possono sembrare inizialmente persuasive, ma in realtà si avvicinano alla manipolazione.

Prendiamo il caso delle strategie di persuasione subliminale, come l’uso di colori, suoni o immagini che evocano emozioni inconsce nei consumatori per influenzare le loro scelte di acquisto. Sebbene tecnicamente non vi sia un inganno esplicito, l’obiettivo è quello di indurre una risposta emotiva che porta a una scelta non completamente consapevole. In questo caso, il dibattito è aperto: alcuni ritengono che si tratti di una forma avanzata di persuasione, mentre altri la considerano manipolazione.

Etica e Morale: La Prospettiva Filosofica

La distinzione tra persuasione e manipolazione non è solo una questione di tecnica, ma anche di etica e moralità. Filosofi e studiosi della comunicazione hanno discusso a lungo su quali siano i limiti etici della persuasione. Secondo Aristotele, la persuasione è una virtù quando viene utilizzata per il bene comune e quando rispetta la ragione e la scelta autonoma. In altre parole, il persuasore ideale agisce con integrità e non cerca di ingannare o sfruttare.

Al contrario, la manipolazione è considerata moralmente problematica perché mina la fiducia reciproca e il rispetto per l’altro. Quando qualcuno manipola, riduce l’interlocutore a un mezzo per raggiungere i propri fini, piuttosto che trattarlo come un fine in sé. Questa visione è in linea con la famosa massima di Immanuel Kant, che sostiene che le persone devono sempre essere trattate come fini, mai come semplici mezzi.

La Manipolazione nel Mondo Digitale

Nell’era digitale, la distinzione tra persuasione e manipolazione è diventata ancora più complessa. Gli algoritmi dei social media, ad esempio, sono progettati per influenzare i comportamenti degli utenti attraverso tecniche persuasive che spesso sconfinano nella manipolazione. Il concetto di “dark patterns”, ossia interfacce progettate per indurre l’utente a fare scelte che non avrebbe altrimenti fatto, è un esempio di manipolazione tecnologica.

Un altro esempio è l’uso dei big data per personalizzare contenuti pubblicitari o informazioni politiche in modo che si adattino perfettamente alle credenze o alle emozioni dell’utente, riducendo la sua capacità di valutare criticamente l’informazione. Questa personalizzazione estrema può portare a una forma di manipolazione sottile e invisibile, che mina la capacità dell’individuo di prendere decisioni autonome e consapevoli.

Conclusione: Una Questione di Intenzioni e Mezzi

La differenza tra persuasione e manipolazione si riduce essenzialmente a una questione di intenzioni e mezzi. Mentre la persuasione cerca di convincere rispettando l’autonomia dell’altro, la manipolazione cerca di ottenere un risultato a scapito dell’autonomia dell’individuo. In un mondo sempre più interconnesso e tecnologico, è fondamentale essere consapevoli di queste dinamiche e sviluppare un pensiero critico per evitare di cadere vittime di tecniche manipolative.

Essere in grado di distinguere tra persuasione e manipolazione è una competenza cruciale, non solo per proteggersi da influenze esterne, ma anche per comunicare in modo più etico e responsabile con gli altri.

Foto: Yan Krukau

Ecco come i supermercati e i negozi influenzano i tuoi acquisti per farti spendere di più

di Sergio Amodei

Ti sei mai chiesto perché i prodotti più costosi sono sempre a portata di mano, mentre quelli più economici sono nascosti sugli scaffali più bassi o più alti? O perché la musica di sottofondo è sempre così rilassante e piacevole? O perché le luci sono così calde e accoglienti? Questi sono solo alcuni dei trucchi che i supermercati e i negozi usano per farti spendere di più, senza che tu te ne accorga. In questo articolo, ti sveleremo alcuni dei segreti più sorprendenti e curiosi che si nascondono dietro le strategie di marketing di questi esercizi commerciali.

  1. Il percorso obbligato. Hai notato che per arrivare ai prodotti di prima necessità, come il pane, il latte o le uova, devi attraversare tutto il negozio? Questo non è un caso, ma una scelta studiata per farti passare davanti a tanti altri prodotti che potrebbero attirare la tua attenzione e stimolare il tuo desiderio di acquisto. Inoltre, spesso i prodotti sono disposti in modo da creare delle “isole” o dei “punti caldi”, dove vengono esposti quelli in offerta o in promozione, che attirano l’occhio e la curiosità dei clienti.
  2. La disposizione degli scaffali. Un altro trucco molto usato è quello di mettere i prodotti più costosi o più redditizi sugli scaffali a livello degli occhi dei clienti, mentre quelli più economici o meno richiesti sono relegati sugli scaffali più bassi o più alti, dove sono meno visibili e accessibili. In questo modo, si sfrutta la pigrizia o la fretta dei clienti, che tendono a scegliere i prodotti più comodi da raggiungere, senza confrontare i prezzi o le caratteristiche. Inoltre, spesso i prodotti complementari sono messi vicini tra loro, per incentivare gli acquisti combinati. Ad esempio, se compri del formaggio, troverai vicino il prosciutto, il pane o il vino.
  3. La musica di sottofondo. La musica ha un grande potere sul nostro umore e sul nostro comportamento. Per questo motivo, i supermercati e i negozi scelgono con cura la musica di sottofondo che fanno ascoltare ai loro clienti. In generale, si tratta di musica rilassante e piacevole, che crea un’atmosfera accogliente e familiare, e che invita i clienti a soffermarsi più a lungo nel negozio. Inoltre, la musica può influenzare anche il ritmo degli acquisti: se è lenta, i clienti tendono a camminare più lentamente e a guardare più prodotti; se è veloce, i clienti tendono a camminare più velocemente e a comprare di impulso.
  4. Le luci e i colori. Anche le luci e i colori hanno un ruolo importante nella strategia di marketing dei supermercati e dei negozi. Le luci calde e soffuse creano un’atmosfera intima e confortevole, che fa sentire i clienti a loro agio e li invoglia a restare più a lungo nel negozio. I colori, invece, possono avere effetti diversi a seconda della tonalità: i colori caldi, come il rosso o l’arancione, stimolano l’appetito e l’emozione; i colori freddi, come il blu o il verde, trasmettono calma e fiducia; i colori neutri, come il bianco o il grigio, danno un senso di pulizia e ordine.
  5. I profumi e gli odori. Infine, non bisogna dimenticare l’importanza dei profumi e degli odori nell’influenzare le nostre scelte di acquisto. I supermercati e i negozi usano spesso dei diffusori di aromi per creare delle fragranze gradevoli e invitanti, che possono richiamare dei ricordi o delle emozioni positive nei clienti. Ad esempio, il profumo di pane appena sfornato o di caffè può stimolare la fame e la voglia di comprare dei prodotti alimentari; il profumo di fiori o di agrumi può dare una sensazione di freschezza e di naturalezza; il profumo di vaniglia o di cannella può evocare il Natale e la famiglia.

Questi sono solo alcuni dei trucchi che i supermercati e i negozi usano per farti spendere di più, sfruttando la psicologia e i sensi dei clienti. Ora che li conosci, sarai più attento e consapevole quando farai la spesa, e potrai risparmiare tempo e denaro. Oppure, potrai lasciarti tentare dalle offerte e dalle novità, e goderti il piacere di fare acquisti. A te la scelta!

Foto: Sergio Amodei

Il potere nascosto dell’effetto priming nel commercio: come le aziende influenzano le tue scelte

L’effetto priming è un fenomeno psicologico che consiste nell’influenzare la percezione, il giudizio o il comportamento di una persona a partire da uno stimolo precedente, detto prime. Il prime può essere una parola, un’immagine, un suono, un odore o qualsiasi altro elemento che attivi una certa associazione mentale nella persona esposta.

Nel marketing, l’effetto priming può essere usato per orientare le scelte dei consumatori verso un determinato prodotto, servizio o marca, sfruttando le associazioni positive o negative che il prime evoca. Ad esempio, se si vuole vendere una bevanda rinfrescante, si può usare come prime un’immagine di una spiaggia soleggiata, che richiami il desiderio di dissetarsi.

Esistono diverse tipologie di effetto priming, a seconda della natura del prime e della sua relazione con lo stimolo successivo. Tra le più comuni, possiamo distinguere:

  • Priming semantico: si basa sull’attivazione di concetti correlati tra loro nel significato. Ad esempio, se si legge la parola “gatto”, si sarà più veloci a riconoscere la parola “topo” rispetto a una parola non correlata come “tavolo”.
  • Priming percettivo: si basa sull’attivazione di schemi visivi o auditivi simili tra loro nella forma. Ad esempio, se si vede una figura geometrica come un cerchio, si sarà più veloci a riconoscere un oggetto circolare come una ruota rispetto a un oggetto diverso come una scatola.
  • Priming affettivo: si basa sull’attivazione di emozioni o stati d’animo congruenti tra loro. Ad esempio, se si ascolta una musica allegra, si sarà più propensi a valutare positivamente uno stimolo successivo rispetto a se si ascolta una musica triste.
  • Priming comportamentale: si basa sull’attivazione di azioni o atteggiamenti coerenti tra loro. Ad esempio, se si osserva una persona che sorride, si sarà più inclini a sorridere anche noi rispetto a se si osserva una persona che fa una smorfia.

L’effetto priming è un potente strumento di persuasione e comunicazione, ma va usato con cautela e responsabilità. Infatti, il priming può anche avere effetti negativi o indesiderati, se il prime è in contrasto con i valori, le aspettative o le preferenze della persona esposta. Inoltre, il priming può essere considerato una forma di manipolazione subliminale, se non viene reso esplicito o consapevole al destinatario. Per questo motivo, è importante usare il priming in modo etico e trasparente, rispettando la libertà e l’autonomia dei consumatori.

Foto: Ennie Horvath

Non commettere questi errori se vuoi avere successo sui social media

Negli ultimi anni, l’aumento della popolarità dei social media ha portato molte persone a cercare di ottenere follower e diventare influencer. Mentre può sembrare un processo semplice, ci sono molti errori comuni che le persone commettono quando cercano di ottenere follower. In questo articolo, esploreremo i principali errori da evitare quando si cerca di ottenere follower sui social media.

  1. Concentrarsi solo sul numero di follower. Uno degli errori più comuni è concentrarsi solo sul numero di follower. Molte persone pensano che più follower si hanno, meglio è, ma questo non è sempre il caso. È importante avere follower di qualità che siano interessati al tuo contenuto e che interagiscano con te. Invece di concentrarsi solo sul numero di follower, fai attenzione a creare un contenuto di qualità che sia rilevante per il tuo pubblico.
  2. Non avere una strategia di contenuti. Molti utenti di social media pubblicano contenuti casuali senza una strategia. È importante avere una strategia di contenuti che tenga conto del tuo pubblico, degli obiettivi a lungo termine e dell’immagine che vuoi proiettare sui social media. Una strategia di contenuti può aiutarti a creare contenuti più efficaci e a raggiungere il tuo pubblico target.
  3. Non essere autentico. Molte persone cercano di creare un’immagine falsa sui social media per ottenere più follower. Tuttavia, questo approccio può avere l’effetto contrario e allontanare i tuoi follower. È importante essere autentici sui social media e mostrare il tuo vero sé. In questo modo, potrai creare una connessione più forte con il tuo pubblico e mantenere i tuoi follower a lungo termine.
  4. Non interagire con il tuo pubblico. Uno degli aspetti più importanti dei social media è l’interazione con il tuo pubblico. Se non interagisci con il tuo pubblico, i tuoi follower possono sentirsi trascurati e abbandonare il tuo account. Cerca di rispondere ai commenti e ai messaggi dei tuoi follower e di creare un dialogo con loro. In questo modo, potrai costruire una comunità più forte e mantenere i tuoi follower a lungo termine.
  5. Non utilizzare gli hashtag correttamente. Gli hashtag sono un ottimo modo per aumentare la visibilità del tuo contenuto sui social media. Tuttavia, molti utenti utilizzano gli hashtag in modo errato o inappropriato. È importante utilizzare gli hashtag pertinenti e rilevanti per il tuo contenuto e il tuo pubblico target. In questo modo, potrai aumentare la visibilità del tuo contenuto e raggiungere nuovi follower.
  6. Non monitorare i tuoi risultati. Infine, molti utenti di social media non monitorano i loro risultati. È importante monitorare le metriche chiave come il numero di follower, l’engagement e le conversioni. In questo modo, potrai capire cosa funziona e cosa no, e apportare eventuali modifiche alla tua strategia di contenuti.

In conclusione, ottenere follower sui social media può sembrare un processo semplice, ma ci sono tanti errori comuni che le persone commettono. È importante evitare questi errori per avere successo sui social media. Concentrati sulla creazione di contenuti di qualità, utilizza gli hashtag in modo appropriato, interagisci con il tuo pubblico e monitora i tuoi risultati. Seguendo questi suggerimenti, potrai creare una community di follower fedeli e costruire la tua presenza sui social media nel lungo termine. Ricorda, il successo sui social media richiede tempo, sforzo e dedizione, ma con la giusta strategia, puoi raggiungere i tuoi obiettivi e costruire la tua presenza online.

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Foto: Cottonbro Studio