Cosa è successo esattamente al sottomarino Titan

Si è verificata un’implosione di proporzioni catastrofiche all’interno del sottomarino Titan, diretto verso il Titanic, il quale ha improvvisamente e violentemente collassato su se stesso. Il contrammiraglio della guardia costiera statunitense John Mauger, intervistato dalla CNN, ha descritto l’incidente come una ‘implosione catastrofica‘ o, per dirla in parole semplici, una drammatica perdita di pressione. I resti smembrati del sommergibile sono stati trovati a una distanza di 500 metri dalla prua del Titanic.

A quelle profondità insondabili, una quantità di pressione inimmaginabile grava sul sommergibile, rendendo anche il più piccolo difetto strutturale potenzialmente disastroso. In una frazione di millisecondo, l’intera struttura del Titan è collassata irrimediabilmente prima che gli sventurati occupanti potessero rendersi conto del pericolo imminente. Le cinque vittime di questa tragica vicenda includono personalità di rilievo come Stockton Rush, CEO di OceanGate, il veterano della Marina francese Paul-Henri Nargeolet, il miliardario britannico Hamish Harding, l’uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, un giovane di soli 19 anni.”

Che cos’è un’implosione?

Un’implosione è un fenomeno in cui un oggetto o una struttura collassa repentinamente su se stesso sotto l’effetto di una pressione esterna eccessiva. Nel caso del Titan, l’implosione è stata descritta come “catastrofica”, indicando che il collasso è stato particolarmente violento e distruttivo.

Quando un oggetto si trova a profondità estreme la pressione dell’acqua circostante può raggiungere livelli enormi. A quelle profondità, ogni centimetro quadrato della superficie del sommergibile è sottoposto a una pressione massiccia. Questa pressione esercita una forza considerevole su tutti i punti strutturali del sommergibile, mettendo alla prova la resistenza dei materiali e delle connessioni che lo compongono.

Se un oggetto subisce una qualsiasi forma di difetto strutturale, come una crepa, una fessura o una rottura, la pressione circostante può infiltrarsi all’interno dell’oggetto stesso. Ciò porta a una rapida diminuzione della pressione all’interno dell’oggetto rispetto alla pressione esterna, creando una differenza di pressione significativa.

Questa differenza di pressione può causare il collasso violento e improvviso dell’oggetto. L’aria o i fluidi all’interno vengono compressi in modo brusco, spingendo l’oggetto a collassare su se stesso. L’implosione avviene in una frazione di secondo, e l’intera struttura può frantumarsi e deformarsi irrimediabilmente.

La psicologia dietro la scelta di filmare invece di intervenire in situazioni di emergenza

In situazioni tragiche, ci si trova spesso di fronte a individui che, anziché intervenire direttamente, scelgono di filmare l’evento. Questo comportamento solleva interrogativi riguardo ai motivi che spingono le persone a privilegiare la registrazione video rispetto all’azione immediata. Esploriamo le ragioni psicologiche sottostanti a questa scelta.

  1. L’effetto osservatore: La presenza di altre persone può influenzare il comportamento individuale attraverso l’effetto osservatore. Quando ci si trova in una folla, si tende a credere che qualcun altro prenderà l’iniziativa, riducendo così il senso di responsabilità individuale. Questo fenomeno può portare all’inazione generale, con la speranza che qualcun altro risolva la situazione.
  2. Orientamento alla documentazione: L’onnipresenza delle telecamere sugli smartphone ha portato ad una cultura di documentazione costante. La spinta a filmare eventi drammatici deriva dal desiderio di documentarli e condividerli sui social media. L’obiettivo di ottenere contenuti visivi unici e rilevanti per incrementare le visualizzazioni e le condivisioni può spingere le persone a preferire la registrazione all’intervento diretto.
  3. Stato di shock e sorpresa: Di fronte a una tragedia improvvisa, molte persone rimangono scioccate o sorprese dalla situazione. In tali momenti, il loro pensiero razionale e la capacità di agire possono risultare compromessi. Congelandosi o sentendosi sopraffatte, alcune persone scelgono di filmare per tenere un certo distacco emotivo dalla situazione.
  4. Sensazione di impotenza: In alcune situazioni di emergenza, le persone possono sentirsi impotenti e incapaci di fare la differenza. Questo può derivare dalla mancanza di competenze o strumenti necessari per intervenire efficacemente. La registrazione della tragedia potrebbe apparire come l’unica azione possibile per contribuire, anche se in modo indiretto.
  5. Ricerca di conferma sociale: Alcune persone possono essere motivate dal desiderio di ottenere approvazione o conferme sociali. Registrando la tragedia e condividendola sui social media, sperano di ricevere apprezzamenti, solidarietà o gratificazioni per aver condiviso un evento importante. Questa ricerca di conferma può risultare più attraente dell’intervento diretto.

In conclusione, la scelta di filmare anziché intervenire in situazioni tragiche può essere spiegata da diversi fattori psicologici. L’effetto osservatore, l’orientamento alla documentazione, lo stato di shock e sorpresa, la sensazione di impotenza e la ricerca di conferma sociale possono tutti influenzare il comportamento delle persone in tali circostanze. Tuttavia, è importante sottolineare che le reazioni individuali possono variare notevolmente a seconda dell’individuo e della situazione specifica.

Rispetto all’effetto osservatore, è fondamentale promuovere la consapevolezza dell’importanza dell’intervento individuale in situazioni di emergenza. Campagne educative possono aiutare le persone a superare l’influenza dell’effetto osservatore e ad assumere un ruolo attivo nel soccorso di chi è coinvolto in una tragedia.

Per quanto riguarda l’orientamento alla documentazione, è necessario promuovere un uso responsabile della tecnologia e una maggiore sensibilizzazione sugli effetti negativi che può comportare l’attenzione esclusiva alla registrazione video. È importante sottolineare che l’intervento diretto può avere un impatto più significativo sulle persone coinvolte nella tragedia.

Per affrontare lo stato di shock e sorpresa, è fondamentale fornire formazione sul pronto intervento in situazioni di emergenza. Tale addestramento può aiutare le persone a gestire meglio le proprie emozioni e a prendere decisioni informate e tempestive.

Per quanto riguarda la sensazione di impotenza, è importante fornire alle persone la conoscenza e le competenze necessarie per intervenire efficacemente in situazioni di emergenza. Corsi di primo soccorso e di gestione delle crisi possono aumentare la fiducia delle persone nel proprio potenziale impatto positivo.

Infine, per mitigare la ricerca di conferma sociale, è importante promuovere una cultura dell’aiuto disinteressato e dell’empatia. Sensibilizzare le persone sul valore di un sostegno diretto e reale alle vittime di tragedie può contribuire a spostare l’attenzione dall’obiettivo di ottenere conferma sociale a quello di fornire aiuto effettivo.

In definitiva, comprendere le motivazioni che spingono le persone a filmare anziché intervenire in situazioni tragiche richiede un’analisi approfondita dei fattori psicologici sottostanti. Affrontare questi fattori attraverso la formazione, l’educazione e la promozione di una cultura dell’intervento attivo può contribuire a cambiare tale comportamento, favorendo un approccio più empatico ed efficace di fronte alle tragedie.